giovedì 31 maggio 2018

Cortina flop, grandi opere pronte dopo i Mondiali di sci

Dicembre 2016
Zaia governatore del Veneto, polemizzando con De Luca, governatore della Campania.

 “Se i veneti stanno meglio e vivono di piu’ dei campani – afferma Zaia – la colpa non e’ del Veneto, ma di coloro che non hanno saputo usare bene i molti finanziamenti avuti per garantire la salute ai campani. Noi stiamo chiedendo l’autonomia, se de Luca e’ convinto di fare meglio la chieda anche lui e dimostri quanto vale. Se i campani stanno peggio la colpa e’ di chi ha amministrato i loro soldi”.

Maggio 2018
Arriva la doccia fredda per i mondiali di sci alpino a Cortina previsti per il 2021. Come scrive Martina Zambon a pagina 11 dell’edizione di Treviso e Belluno del Corriere del Veneto, a mettere in dubbio il successo dell’evento sportivo è Gianni Vittorio Armani, ad di Anas. «Abbiamo sette cantieri in corso con una data di consegna prevista – spiega -. Poi ce ne sono altri quattro in via di aggiudicazione per i quali, probabilmente, entro fine giugno saranno consegnati gli appalti. Infine, se ne prevedono altri undici che sono nella fase di gara».
Tra la Via e lo screening e i loro tempi burocratici l’avvio dei lavori per le 4 varianti (tra cui quella di Cortina) dovrebbe arrivare entro fine 2019. «Una data che non è compatibile con la realizzazione entro i tempi previsti – rileva lapidario Armani -. Stiamo vedendo se una parte della variante di Cortina possa essere implementata prima. In sintesi le opere si faranno, e ci si ricorderà che sono state fatte per i Mondiali, che poi siano pronte per l’evento, temo non sarà possibile».

Insomma se anche nel Veneto, a guida leghista, che si imbroda di essere la Regione che meglio amministra i soldi dei cittadini, si fanno opere "inutili, al progetto Olimpiadi in questo caso", figuriamoci nel resto d´Italia.






mercoledì 30 maggio 2018

La pensione non è uguale per tutti.

L’aumento dell’età pensionabile nasconde anche degli effetti perversi che nessuno ha finora svelato: i ‘poveri’ finanziano la rendita dei ‘ricchi’.
L’aumento dell’aspettativa di vita è uno dei fattori che mettono a dura prova i sistemi pensionistici. Ma alzare i limiti di accesso ha però degli effetti collaterali inattesi.
Vediamoli. 
Secondo l´Istat, l’aspettativa si attesta a 82,8 anni e risulta, come di consueto, più elevata per le donne (85 anni), che per gli uomini (80,6 anni).
Ma quello che non ci dice é che l’aspettativa di vita è differenziata per gruppi di lavoratori. Se è vero che mediamente è aumentata per tutti, per alcuni è cresciuta meno.
Negli Stati Uniti dove si sono fatti più studi in materia i dati dicono che chi ha una condizione socioeconomica svantaggiata (scolarità bassa, scarsa formazione professionale oppure svolge un lavoro usurante), ha un’aspettativa di vita inferiore rispetto a coloro che sono più formati. In questi casi l’aumento dell’età pensionabile generalizzata va a pesare sui primi. Di fatto i ‘poveri’ finanziano la rendita dei ‘ricchi’. 
Non so se i tecnici Lega-M5S che hanno discusso e discusso, partorendo una bozza di contratto per riformare la legge Fornero ne abbiano tenuto conto. A me sembra di no, in quanto non ho sentito nessuna dichiarazione di voler prendere eventualmente in esame un riequilibrio sia in termini di fruibilitá della pensione (in pratica per fare un esempio concreto ai dirigenti si dovrebbe aumentare l´etá pensionabile che andrebbe eventualmente ridotta ai lavoratori manuali) che in termini di equilibrio dei conti.
Sarebbe sicuramente più equo, tenere conto anche di questi aspetti.

Ma siamo nelle mani di chi vuole introdurre la Flat Tax (dicono per ridurre le tasse) ma non dicono che la riduzione interesserebbe soprattutto ai ricchi....a discapito dei poveri.



martedì 29 maggio 2018

Il Potere, il Popolo, la storia monotona che si ripete.

In questi ultimi giorni ho sentito e letto molto la parola
"popolo" che mi ha provocato uno shock anafilattico.
In adolescenza, nel lontano 68, ho scoperto di essere allergico a tale parola; e ancora oggi con i pochi capelli bianchi rimastimi sto malissimo quando qualcuno la evoca, la tira in ballo.

In effetti anch´io faccio parte del cosiddetto "popolo" che voleva un cambiamento e per la prima volta il 4 marzo ho votato M5S: ma che il mio voto potesse essere preso in prestito per portare avanti un contratto con la Lega per fare la riforma fiscale "Flat Tax" ovvero far pagare meno tasse ai ricchi,  non lo pensavo. E questo obiettivo non c´era nel programma M5S. 
E allora, mi sono tornati in mente di come noi "popolo" veniamo manipolati per altri fini.
Due esempi: uno letterario ed uno storico.

1894
Federico De Roberto pubblica il libro I Viceré.
Il romanzo si conclude con le parole emblematiche di Consalvo, rivolte alla zia Ferdinanda. "Un tempo la potenza della nostra famiglia veniva dai Re; ora viene dal popolo. La differenza é piú di nome che di fatto...Certo dipendere dalla canaglia non é piacevole; ma neppure molti di quei sovrani erano stinchi di santo... La storia é una monotona ripetizione; gli uomini sono stati, sono e saranno sempre gli stessi. Le condizioni esteriori mutano; certo, tra la Sicilia prima del sessanta, ancora quasi feudale, e questa d´oggi pare ci sia un abisso; ma la differenza é tutta esteriore."

Anno 1932
Berlino, all’interno del Grunewald stadium 120 mila persone ascoltano rapite uno strano dialogo, sparato a tutto volume dagli altoparlanti. È un botta e risposta tra il militaresco e il religioso, con una voce che chiede
Chi è responsabile della nostra miseria?” e un coro che replica all’unisono: “Il sistema!”. “E chi c’è dietro il sistema?” prosegue la voce. “Gli ebrei” fa eco il coro. Il dialogo continua grosso modo così: “Che cos’è per noi Adolf Hitler?”. “Una fede!”. “E cos’altro?”. “La nostra unica speranza”. Infine la voce grida “Germania!”. E l’intero stadio ribatte all’unisono: “Risvègliati!





lunedì 28 maggio 2018

Un Tribunale del popolo italiano, in tenda.


Il palazzo è abusivo. Manca un contratto d’affitto e il ministero non paga il canone da tre anni. Ora la struttura è anche inagibile, tanto che stanno montando le tende della protezione civile perché possano svolgersi le udienze.
Ecco, probabilmente nessun artista sarebbe riuscito a rappresentare meglio l´ Italia.
Il palazzo di giustizia di Bari, sede della Procura, luogo per eccellenza dello Stato, rischia di crollare, dice una perizia tecnica. E non da ora. Ma da circa 15 anni da quando le crepe sui pilastri e il fango che tracimava nei sotterranei. Un palazzo, ora di proprietà dell’Inail passato di mano in mano con un aumento del valore piú che raddoppiato, ma che per prescrizione si chiuse il capitolo giudiziario che la Procura aveva intentato - truffa - contro i costruttori. 
Prima il sequestro del 2002, poi la sentenza che dichiarava il palazzo abusivo e nei giorni scorsi il Comune  ha sospeso anche l’agibilità.




domenica 27 maggio 2018

L'evasione? Si potrebbe cancellare con un clic, ma in Italia sono tutti contrari

"Portoghese" non é piú la parola che potremmo usare per definire chi cerca di entrare senza pagare il biglietto. Da qualche anno a questa parte con una geniale, semplicissima idea a costo zero, in Portogallo ´e stata varata una riforma per combattere l´evasione fiscale.

Sono stati collegati i registratori di cassa all´Agenzia delle Entrate: cosí quando si emette uno scontrino, in modo automatico lo Stato sa quanto un negoziante incassa e se la spesa del cittadino puó essere detratta dalle tasse che deve pagare.

Ma si dirá che in Italia, non tutti pretenderebbero lo scontrino. Ci si accorderebbe per pagare in nero con un piccolo sconto, vero.
Ecco che allora i Lusitani hanno avuto la genialata di far leva sulla speranza, una vincita alla lotteria. Ogni volta che un cittadino paga con lo scontrino riceve anche un codice numerico che gli permette di partecipare a una lotteria. Cosí ora la maggior parte dei cittadini chiedono e pretendono lo scontrino.

In Italia siamo alle prese con la proposta assurda della Flat Tax.
Una riforma che non fa entrare piú soldi nelle casse dello stato, ma di meno (si calcolano oltre 25 miliardi).

Cosí chi evade, continua ad evadere; i piú abbienti (o ricchi) pagherebbero meno....e noi cittadini indifesi e fessi pagheremmo di piú. Qualcuno devrá pur far quadrare i conti e colmare l´ammanco di 25 miliardi all´anno.  (da l´Espresso)




sabato 26 maggio 2018

Informazione e trasparenza, obiettivi fondanti della legge (ma in Svizzera)

Tempi complicati, quelli attuali, fra cittadini e istituzioni. Tempi d’incomprensione e sfiducia. Ecco perché in diciannove Cantoni della Svizzera, si è deciso di varare una legge che garantisce l’informazione e la trasparenza dello Stato. In Ticino è stata approvata nel 2011 e ogni anno – obbligatoriamente – si pubblica il bilancio. Uno strumento che piace ai cittadini e infatti il numero delle richieste individuali è in costante crescita. L’applicazione legislativa si concretizza dando la possibilitá a ogni cittadino di accedere a molti (se non proprio tutti) documenti ufficiali senza motivare la richiesta. Spetta alla Cancelleria dello Stato offrire consulenza e coordinare le richieste. Quasi tutte hanno trovato soddisfazione già il giorno successivo alla richiesta. La tempestività, lo ricordiamo, è presupposto importante.  Quasi sempre, salvo casi particolari, l’accesso è gratuito. Si diceva sulla tempistica: le risposte, di regola, devono essere date entro 15 giorni. 

Anche in Italia é stato approvata la normativa cosiddetta FOIA (Freedom of Information Act) con decreto legislativo n. 97 del 2016, che è parte integrante del processo di riforma della pubblica amministrazione Madia.
L’accesso civico generalizzato garantisce a chiunque il diritto di accedere ai dati e ai documenti posseduti dalle pubbliche amministrazioni, se non c’è il pericolo di compromettere altri interessi pubblici o privati rilevanti, indicati dalla legge.

Tutto bello? 
Per niente. L'associazione Diritto di Sapere ha testato la nuova legge e monitorato i risultati di 800 domande. Illegittimo un rifiuto su tre. Tra i più reticenti ospedali e ministeri. Il project manager dell'ong Claudio Cesarano: “Viene reso impossibile il controllo civico su come è gestito un servizio pagato dai cittadini".

Altro articolo giá pubblicato      leggi





venerdì 25 maggio 2018

1200 aggressioni o 100.000 morti evitabili?

Fare i medici nelle strutture d’emergenza è pericoloso: ogni anno ci sono circa 1.200 aggressioni, di varia entità. Solo nel 2017, sono almeno 150 i medici e gli infermieri dei pronto soccorso che sono stati curati dopo un’aggressione, con prognosi di vari giorni.
Così nel Veneto i medici hanno deciso di armarsi, non con pistole o manganelli ma con i più innocui fischietti: sono 200 quelli già ordinati, per ora saranno usati in via sperimentale per sei mesi. “Il fischietto sarà utilizzato dall’operatore in caso di pericolo. Potrà richiamare l’attenzione dei colleghi o di altre persone che lo potranno aiutare”
Il Presidente della Societá Società Italiana di Medicina di Emergenza ed Urgenza chiede  misure concrete, partendo da una revisione delle norme vigenti, fino alla misura più estrema: “Bisogna togliere l’assistenza sanitaria ordinaria, esclusa l’emergenza, agli aggressori recidivi
I giornali hanno pubblicato con ampio risalto la sacrosanta ragione di Medici e Operatori Sanitari che vengono aggrediti durante lo svolgimento del proprio lavoro.

Peccato che non abbiano pubblicato con altrettanto risalto (relegando la notizia e i dati nelle sezioni specialistiche) il numero ben piú importante dei cittadini che vengono aggrediti dalla malasanitá.

Il British Medical Journal, considerato la Bibbia dell´informazione "medica" riporta nella pubblicazione del 3 maggio 2016: Errore medico: la terza causa principale di morte negli Stati Uniti  leggi

E persino nel nostro bel paese, il rapporto 2017 Mev(i) - Mortalità evitabile (con intelligenza) il gruppo di Nebo ricerche, che elabora  dati dell'Istat e segue anche criteri indicati Eurostat scrive: Nel 2014 sono state circa 103mila le morti evitabili avvenute entro i primi 75 anni di vita in Italia" su un totale di circa 600mila. "Due terzi sono state maschili e il restante terzo femminili"dell’edizione 2017 stima in oltre 103.000 le morti evitabili  leggi

Certo non sono belle notizie, ma visto il numero altissimo di cittadini coinvolti, andrebbero comunque date e con il giusto rilievo.




giovedì 24 maggio 2018

I cittadini richiedono aria pulita

I sindaci di Parigi, Bruxelles e Madrid si ribellano e chiedono alla Commissione di Bruxelles l’annullamento delle esenzioni che permettono ai costruttori di sforare i limiti di emissione Euro 6.


Sulla scia dello scandalo Volkswagen che nel 2015 ha dimostrato come gli ossidi di azoto (Nox) emessi dai veicoli di tutte le case automobilistiche fossero superiori alla norma,  l’Ue ha deciso di sostituire gli obsoleti test in laboratorio con misurazioni più accurate su strada. L’obiettivo era porre fine all’incertezza, facendo rispettare concretamente i limiti di legge e tutelare la salute dei cittadini. Gli NOx sono infatti responsabili di 75.000 decessi prematuri ogni anno in tutta Europa, secondo l’Agenzia ambientale europea. Tuttavia, sotto le pressioni delle lobby e dei governi che spalleggiano le marche nazionali, la Commissione ha concesso un generoso periodo di deroga. Un “regalo” all’industria che sbeffeggia i limiti che  l’Europarlamento, unico organo democraticamente eletto, aveva stabilito nel 2007 in rappresentanza dei cittadini.

“E’ un peccato che tra le città che hanno agito in giudizio non ce ne sia nessuna italiana visto che è il nostro paese ad aver il maggior parco auto diesel e il maggior numero di vittime dell’NOx in Europa – commenta Anna Gerometta, presidente dell’associazione Cittadini per l’Aria – la causa alla Corte Ue è un messaggio potente che, ci auguriamo, venga raccolto anche dalle città italiane”.

Strano che il sindaco di Milano, nel cuore della pianura padana e quindi nel bel mezzo dell'inquinamento, non abbia voluto partecipare all'iniziativa. Eppure nel marzo 2016, mentre il regolamento era in discussione, i sindaci di quattordici città in tutta l’Ue, compresa Milano, avevano firmato una petizione lanciando un appello ai loro governi per dare priorità alla salute dei cittadini rispetto a quelli delle lobby industriali.

Altri due  articoli già pubblicati         1       e     2






mercoledì 23 maggio 2018

Strage di Ustica, il governo deve risarcire Itavia.

La Cassazione ha confermato la responsabilità dei ministeri della Difesa e dei Trasporti per omesso controllo. In ballo 265 milioni di euro.
Per "omessa attività di controllo e sorveglianza della complessa e pericolosa situazione venutasi a creare nei cieli di Ustica", il Ministero della Difesa e quello delle Infrastrutture devono risarcire la compagnia aerea Itavia fallita dopo l'abbattimento del suo Dc9 caduto in mare il 27 giugno 1980 con 81 vittime per "l'esplosione esterna dovuta a missile lanciato da altro aereo". Lo ha deciso la Cassazione confermando la responsabilità dei ministeri: tra qualche mese stabilirà se 265 milioni di euro bastano o sono troppi.

Antefatto, giá pubblicato il 10 febbraio   clicca

L´Aeronautica militare, ha fornito alla Magistratura e al Parlamento Italiano, tracciati radar che nascondevano quel che realmente accadde quella sera. 
In tempo di pace, con tutto quel po´ di soldi che i contribuenti pagano, i Capi di Una Forza Armata, che aveva il compito di difenderci da eventuali azioni aggressive esterne, nasconde i tracciati radar. Come e´ possibile? Perche´ i vari Presidenti del Consiglio e i Ministri della Difesa che si sono succeduti, non hanno fatto o detto niente? Bastava e basterebbe tagliare i finanziamenti all´Aeronautica fino a che non tirino fuori i tracciati radar, non ci vuole mica molto.  



martedì 22 maggio 2018

Carta Identitá Elettronica: una burocrazia tutta italiana.

L’Italia, è l’unico Paese europe che utilizza ancora la carta d’identità cartacea (che non é molto sicura). Per questo siamo stati richiamati dall´Europa: il ritardo digitale che ci contraddistingue non si inserisce nelle nuove misure anti-terrorismo. Una dead line , questa imposta dall’Europa, che mette paura visto che, se entro la fine di quest’anno l’intero sistema anagrafico emetterà solo il documento digitalizzato, è poi solo nel giro di 8 anni che si riuscirà a sostituire tutto il cartaceo, a ritmi di 7/8 milioni di tessere all’anno, con le nuove carte che hanno il chip, non sono clonabili, contengono l’impronta digitale e rispondono, appunto, a standard internazionali di identificazione. 
Ma dopo 21 anni dal primo progetto (che risale alla legge Bassanini del 1997), 12 normative diverse che si sono susseguite e una sperimentazione ufficialmente iniziata nel 2006, la carta d’identità elettronica ancora oggi non si toglie di dosso la fase sperimentale.
Ad oggi, le carte emesse sono 2.961.330”, ancora poche, però, per una rivoluzione, l’ennesima, per la quale il governo Renzi aveva stanziato 65 milioni di euro nel quinquennio 2016-2021 e chiamato Piacentini di Amazon, con il compito più “pesante”. Non si limiterà ad essere un “consulente”, ma sarà un “commissario”. Con poteri, dunque, ben definiti.

Perché il progetto  é rimasto impantanato nelle maglie della stessa amministrazione pubblica: disservizi, file interminabili e blocchi informatici. L’illusione di ottenere il documento si dissolve, infatti, in pochi clic quando si scopre che un’operazione tanto semplice – ovunque nel mondo che richiede pochi minuti – si trasforma in un’odissea. Il caso limite è Roma. Se si va sul sito TuPassi.it per prenotare l’appuntamento, si scopre che non c’è nessun giorno disponibile. Né per questo mese né per il prossimo né per il 2019. 

Ma oltre l´attesa interminabile anche la beffa.
Dopo che il quotidiano Il Messaggero, aveva denunciato l’errore nel microchip dei documenti di 350mila persone, Il Poligrafico dello Stato ha dovuto ammettere l´errore. Le carte di identità elettroniche saranno sostituite gratuitamente entro un anno

Un errore che vale 50 milioni di euro per le casse del Tesoro, secondo alcune stime dei sindacati. Queste carte avevano un microchip non testato precedentemente, e i dati sono risultati illeggibili, col rischio dunque che le carte fossero rifiutate ad esempio alla frontiera in caso di espatrio.
Anche se il Poligrafico, con nota ufficiale ha comunicato che al fine di evitare rischi di disagio per i cittadini, nel caso delle CIE valide per l'espatrio, «ha avviato tutte le procedure previste a livello nazionale ed internazionale per la corretta gestione di questi documenti in caso di attraversamento di frontiere con la compilazione di white list di queste CIE, che potranno quindi continuare ad essere utilizzate»

Insomma oltre i ritardi, le file interminabili, soldi buttati al vento....anche la compilazione di una speciale lista a livello internazionale, in cui facciamo la figura di m.




lunedì 21 maggio 2018

Italia: obiettivo SALUTE.

Siamo sempre piú malati: un quinto degli italiani non si cura o rinvia le cure per problemi economici (di povertá).
Gli altri bombardati dalle mirabilie della pubblicitá industriale, pensano prevenire accidenti e malattie, con la cosiddetta prevenzione a base di prodotti industriali (pillole, vitamine ecc) dimenticando quanto per secoli tutte le religioni hanno predicato. Il DIGIUNO. 

Digiunare può sembrare, ad alcuni, una maratona impossibile, ma molto sta nella testa, nelle abitudini, perché il corpo si adatta, se deve stare per un periodo senza cibo, riesce a farlo, l’ha fatto per millenni. C’è il digiuno scelto come purificazione del corpo per avvicinarsi al divino. C’è chi lo fa come prevenzione e cura di determinate patologie. Chi per ‘affamare’ il tumore che lo sta divorando. 
Queste le idee di due esperti.
Quattro giorni di digiuno aiutano il corpo a liberarsi del grasso stoccato nel fegato, cuore... dove fa danni.
L’endocrinologo e diabetologo Gerber ci spiega come periodi di almeno 4-5 giorni di digiuno, aiutino a cambiare il metabolismo e siano un toccasana per ‘sgrassare’ gli organi da depositi di grasso che possono causare malattie. «Il tessuto grasso è un deposito vivo, che dovrebbe accumulare e rilasciare, prendere e dare. Se continua ad essere solo pieno, invecchia e diventa molto deleterio, perché va a depositarsi nei muscoli, fegato, cuore, reni, dove fa danni. Il digiuno aiuta a ‘sgrassarsi’, a muovere quegli eccessi depositati negli organi, rinnovando il ruolo di tessuto grasso attivo. Il grasso non va demonizzato perché ha un ruolo importante: se lo si elimina c’è rischio di infarto, come hanno dimostrato ricerche sui topi», spiega il medico. Avendo una sorta di pausa, il nostro corpo concentra le sue energie nei processi di guarigione e rigenerazione, attivando un meccanismo di depurazione in tessuti e organi. Ma fa bene a tutti, magri e cicciottelli? Risponde sempre l’endocrinologo: «Basta un centimetro per scoprire se ci sono accumuli di grasso in eccesso. 
Nell’uomo il giro vita non deve superare il metro, nella donna 86 centimetri», precisa.
‘Secondo le ricerche, meglio 4-5 giorni di digiuno, piuttosto che un giorno a settimana. «Un giorno non sembra sufficiente per ottenere il rinnovo dei tessuti di grasso». L’organismo, in una prima fase, mette in circolo tossine precedentemente accumulate per poi eliminarle. «Sarebbe auspicabile farlo con un minimo controllo medico: c’è ad esempio chi è più sensibile agli sbalzi glicemici e può avere all’inizio mal di testa o disagio. Ma il corpo sa adattarsi: a digiuno si produce poca insulina, di conseguenza il fegato trasforma i grassi in corpi chetonici, che sono un ottimo nutrimento per muscoli, cuore e cervello. Importante è bere e assumere sali minerali. Si può fare lavorando, perché in realtà siamo più stanchi quando digeriamo un pasto, soprattutto se a base di carboidrati». Durante l’ultima guerra – rammenta l’esperto – il numero dei diabetici è diminuito molto: «Occorre prestare attenzione a quello che si mette in bocca», conclude.

Prima e dopo la chemio, potenzia l’effetto

Una nuova pista che si fa largo è il ruolo del digiuno in oncologia. «Sappiamo che protegge le cellule sane dagli effetti secondari dei trattamenti e aumenta l’effetto delle cure sulle cellule malate. Lo dimostrano esperimenti preclinici fatti nel 2008 sui topi (dal team del prof. Valter Longo all’università della California) e ci sono i primi studi su pazienti. Si sta testando l’effetto del digiuno e/o di diete ipocaloriche 48 ore prima e dopo la chemioterapia», spiega il dottor Mauro Frigeri, oncologo all’ospedale universitario di Ginevra. Chiediamo al capoclinica se un malato, magari già debilitato, non rischi di indebolirsi ulteriormente col digiuno durante la chemioterapia. «È quello che si credeva anche dello sport, ma studi hanno dimostrato il contrario, fa bene durante le cure. Degli studi sono in corso anche a Ginevra sui benefici dell’attività fisica per i pazienti oncologici. È più difficile fare studi sul digiuno. Penso ci sia una paura infondata del digiuno, che è una condizione che ha accompagnato costantemente la vita nella sua evoluzione. Non abbiamo prove che bisogna mangiare tre volte al giorno, ma lo facciamo tutti», precisa. Tutto è in fase di studio in un campo che in futuro potrebbe riservare sorprese.






domenica 20 maggio 2018

La Tecnologia che non ti aspetti: il Cappello che legge la mente.

A inizio anno qui da noi, si é molto parlato e scritto di Amazon che voleva introdurre il Braccialetto Elettronico wireless per velocizzare la ricerca dei prodotti stoccati nei magazzini da parte dei dipendenti sollevando critiche sul diritto alla "privacy".  
Il ministro Calenda afferma categoricamente che il braccialetto - che non è in uso ma è stata brevettato - in Italia non ci sarà mai".

Nel resto del mondo le cose non stanno cosí.

In Svezia la Epicenter ha impiantato nei suoi dipendenti (con adesione volontaria) un microchip che serve, tra le altre cose, ad azionare le stampanti. «Il vantaggio più grande è la comodità», aveva spiegato il ceo Patrick Mesterton. Già nel 2013 la British Petroleum aveva dotato i lavoratori di un braccialetto che monitora la frequenza cardiaca, dentro e fuori gli uffici dell’azienda, giorno e notte: per tutelarne la salute.

Nel Wisconsin una Societá ha offerto ai suoi lavoratori la possibilità di non utilizzare piú documenti di riconoscimento, password, monete per le macchinette del caffé, chiavi per aprire porte ecc. impiantando un micro chip sottocute. Cosí settantadue impiegati di Three Square Market l’anno scorso hanno volontariamente accettato l´impianto sottopelle del «circuito integrato», grande come un chicco di riso. Una grande idea...se non fosse che nel database dell’azienda resta impresso per sempre il numero delle bevande consumate, il tempo trascorso all’interno di un certo ufficio e quello speso davanti al pc.

In Cina viene usato un Cappello che legge nella mente.

Il so­gno di ogni in­du­stria­le è di ave­re ma­no­do­pe­ra a pro­va di er­ro­re, che non si di­strae mai e pen­sa so­lo al­la pro­du­zio­ne per­fet­ta. La Ci­na del so­cia­li­smo co­niu­ga­to con il ca­pi­ta­li­smo sta­ta­le for­se ha ri­sol­to il pro­ble­ma, con un si­ste­ma di «let­tu­ra del cer­vel­lo». So­no sta­ti lan­cia­ti già di­ver­si al­lar­mi sul­la sor­ve­glian­za tec­no­lo­gi­ca in­va­si­va del­la sfe­ra per­so­na­le dei cit­ta­di­ni ci­ne­si (e an­che di quel­li nel re­sto del mon­do, co­me ci ha in­se­gna­to l’ex analista del­la Cia Ed­ward Snowden), ma que­sta vol­ta Pechino so­stie­ne di usa­re la scien­za «per il be­ne co­mu­ne», per evi­ta­re lo stress men­ta­le e i con­se­guen­ti er­ro­ri sul la­vo­ro. Co­me? Con un cap­pel­lo che leg­ge nel­la men­te, nel senso che rileva le onde cerebrali.
Al­la Zhon­gheng Elec­tric di Hang­z­hou gli ope­rai in­dos­sa­no ca­schi pro­tet­ti­vi con den­tro elet­tro­di che re­gi­stra­no le lo­ro on­de ce­re­bra­li al­la ca­te­na di mon­tag­gio. Se­con­do l’azien­da, spe­cia­liz­za­ta in pro­dot­ti per le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni, l’ana­li­si di que­sti da­ti ser­ve al ma­na­ge­ment per os­ser­va­re i tur­ni di la­vo­ro e il flus­so del­la pro­du­zio­ne, cor­reg­gen­do­li e ag­giu­stan­do i tem­pi di ri­po­so in ba­se al­le sen­sa­zio­ni e rea­zio­ni ce­re­bra­li del­la ma­no­do­pe­ra, che se­gna­la­no stan­chez­za, fru­stra­zio­ne e ca­lo di at­ten­zio­ne.
La ri­le­va­zio­ne del­le on­de ce­re­bra­li di Neu­ro Cap, il «cap­pel­lo de­ci­fra­to­re di (cat­ti­vi) pen­sie­ri» vie­ne uti­liz­za­ta an­che per i fer­ro­vie­ri sui tre­ni dell’al­ta ve­lo­ci­tà, che in Ci­na sfrec­cia­no a ol­tre 320 km orari di me­dia e so­no pun­tua­li al se­con­do. Sen­so­ri sot­to il ber­ret­to da fer­ro­vie­re. Il la­vo­ro dei ca­pi­tre­no è de­li­ca­to. E a quel­le ve­lo­ci­tà una di­sat­ten­zio­ne si pa­ga ca­ra.
Ma si può en­tra­re nel­la men­te dei cit­ta­di­ni-la­vo­ra­to­ri a fin di be­ne? «Si­cu­ro, se il si­ste­ma dà l’al­lar­me in­ter­ven­go­no i ma­na­ger, che con­si­glia­no al di­pen­den­te stres­sa­to di pren­der­si un gior­no di ri­po­so».
A nessuno dei top manager delle aziende che stanno testando questi dispositivi viene in mente che l’algoritmo con cui si rilevano i picchi emotivi possa mettere in fila serenità e rilassamento eccessivi, fino a denunciare, magari, un eventuale lassismo. Per loro conta il risultato. 
E il risultato, per la State Grid Electric Power che fornisce energia elettrica a tutta la provincia dello Zhejiang, sono due miliardi di yuan in più di fatturato da quando è partita la «sperimentazione», nel 2014.




sabato 19 maggio 2018

Contratto per il Governo del Cambiamento, alla tedesca o alla Pulcinella?

Il Contratto per il Governo del Cambiamento tra Lega e M5S, approvato dal 94% degli iscritti al movimento. Alla votazione sulla piattaforma Rousseau hanno partecipato 44.796 persone. L'annuncio è stato dato da Luigi Di Maio con un post sul blog delle Stelle. "Adesso mancano solo le firme e poi sarà il governo del cambiamento, perché ora c'è nero su bianco quello che abbiamo detto in campagna elettorale".
Proprio vero? Sembrerebbe proprio di NO. Intanto mancano dettagli e tempi di attuazione dei singoli capitoli. Tanto che persino la deputata Castelli, rispetto ai tempi, dice che non sono stati scritti...ma  che: “sono nella nostra testa, però bisogna prima entrare nei ministeri e vedere se le nostre idee sono strutturalmente realizzabili".

Per non parlare di cosa si vuole effettivamente fare, e dei dettagli. Un esempio su tutti.

Capitolo: Giustizia Rapida ed Efficiente

In merito alla Prescrizione si legge:
E' necessaria una efficace riforma della prescrizione dei reati, parallelamente alle assunzioni nel comparto giustizia: per ottenere un processo giusto e tempestivo ed evitare che l'allungamento del processo possa rappresentare il presupposto di una denegata giustizia.
E cosa significa? Tutto e niente, soprattutto niente.
Perché chi segue da vicino il Movimento sa bene cosa si doveva proporre e scrivere nero su bianco e farlo controfirmare dalla Lega.
Il Provvedimento era stato già sollevato nel lontano marzo 2011 sul blog http://www.beppegrillo.it/la-via-del-guerriero-piercamillo-davigo/#*dav3* in cui in una intervista Davigo spiegava che "Il processo breve incoraggerebbe i delinquenti a ritardare il corso...
Altrove no: sei stato condannato in primo grado, poi tu vuoi altri giudizi: perché dovrebbe maturare la prescrizione? Invece da noi funziona così e quindi è ovvio che tutti propongono poi le impugnazioni e cercano di allungare i tempi dei processi".
Ovvero per semplificare la Prescrizione deve cessare dopo la prima condanna.  Tanto che oggi qualcuno ha suggerito, tra l'altro anche Davigo, che la Prescrizione dovrebbe  cessare addirittura nel momento che finiscono le indagini e una persona viene rinviata a giudizio.

Ma di questa proposta di legge: Aboliamo la Prescrizione dopo la prima Condanna ed entro il 31 dicembre 2018,  non vi é nessuna traccia. Figuriamoci se e in che modo sará mai realizzata!



                                          





venerdì 18 maggio 2018

Salvini ministro: Sigillare i Confini ed espellere i Clandestini. Facile a dirsi, difficile a farsi.

Nel documento del CONTRATTO PER IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO tra Lega e M5S, si legge al capitolo 12: 
IMMIGRAZIONE: RIMPATRI E STOP AL BUSINESS  "Inoltre riteniamo che si debbano implementare gli accordi bilaterali, sia da parte dell’Italia sia da parte dell’Unione europea, con i Paesi terzi, sia di transito che di origine, in modo da rendere chiare e rapide le procedure di rimpatrio".

Salvini, visto che vuole essere lui a occuparsi in prima persona del problema Immigrazione, come ministro, pensa di essere piú forte e capace di Netanyahu, che si e dovuto arrendere al problema dei rimpatri e ha dovuto ammettere che il piano per ricollocare i richiedenti asilo è crollato definitivamente. Netanyahu aveva già cercato di aggirare un primo scoglio con la Corte Suprema. Poiché era certo che i giudici non avrebbero permesso al governo di deportare sudanesi e eritrei nei loro Paesi di origine, erano stati avviati contatti confidenziali con vari Stati africani perché come “Paesi terzi” accogliessero gli espulsi da Israele. Alla fine erano stati raggiunti accordi segreti con Uganda e Ruanda. Per i rifugiati la dura scelta fra andarsene volontariamente con 3.500 dollari in tasca o una detenzione indefinita. Uganda e Ruanda, che oggi però negano, avrebbero ricevuto da Israele 5.000 dollari – in beni o armi – per ogni profugo accettato. Erano già stati avviati i contatti per noleggiare dozzine di aerei per questi voli.

E in un articolo, di parte visto che é stato scritto dall´Espresso, settimanale non vicino alla Lega né al M5S, si dice che ci vorrebbero 27 anni per il rimpatrio .

Salvini invecchierebbe con una barba bianca lunghissima, ma non sarebbe piú a fare il ministro: chi lo voterebbe piú dopo 5 anni  con pochissimi Immigrati espulsi e rimpatriati.



( articolo pubblicato giovedì 26 aprile 2018)
Sigillare i Confini ed espellere i Clandestini, facile da dirsi ma difficile da farsi.
L’immigrazione "è una questione urgentissima", aveva detto il leader Berlusconi, perché dopo gli anni di governo “della sinistra” ci sono 600mila migranti che “non hanno diritto di restare”, che rappresentano “un bomba sociale pronta a esplodere, perché pronti a compiere reati”.
Salvini, per non essere da meno, Difendere i Confini ed Espellere  i Clandestini.
Molto facile da dirsi, ma molto difficile da realizzare. Anche se a loro non importa molto risolvere i problemi, a loro interessa seminare esclusivamente paura.
Di quanto sia difficile passare dagli slogans politici alla pratica, si vuole portare lésperienza di Israele, un paese "in guerra" militarizzato abbastanza per proteggere i propri confini e a usare la forza (e non solo quella politca) per realizzare un obiettivo.

I profughi che si trovano in Israele sono circa 42 mila (la maggior parte entrata dal confine con l´Egitto).
Israele aveva lanciato un primo programma di espulsione per decine di migliaia di migranti irregolari: quelli che accettevano la proposta ottenevano un biglietto aereo e l'equivalente di quasi tremila euro.
L'annuncio del progetto del governo israeliano fu presentato come un programma per indurre quasi 40.000 migranti irregolari a scegliere, tra deportazione e carcere.

Ma il piano aggressivo di espulsione da parte del governo israeliano non riuscí per vari motivi. Ad incominciare dai pochi paesi Africani favorevoli a riaccogliere gli Emigrati, poi per la crescente mobilitazione della Societá progressista Ebraica e non da ultimo il rifiuto dei piloti della compagnia El Al (la principale compagnia aerea e la compagnia di bandiera di Israele) di trasportare in Africa i rifugiati eritrei e sudanesi.

Allora Israele, ha tentato un accordo con l´ONU. Con tale accordo, Israele avrebbe inviato fino a 16.500 Immigrati, richiedenti asilo da ricollocare in cinque anni in Paesi occidentali quali il «Canada, la Germania e l'Italia.

Ma anche questo piano é fallito (non per l´opposizione dell´Italia, che non ne sapeva nula, ma per la pressioni politiche di quella parte della destra di Israele, che riteneva l´accordo molto favorevole agli Immigrati).

Infine ieri 24 aprile, Israele ha ammesso in tribunale martedì che il suo piano per trasferire i richiedenti asilo africani è fallito e che attualmente non esiste la possibilità di deportarli forzatamente.Israele ha dovuto ammettere che il piano per ricollocare i richiedenti asilo è crollato definitivamente.










giovedì 17 maggio 2018

In rete tutti i dati sensibili dei poveri

Dilettanti, Che Pippe titolavano il Giornale, e il Tempo a proposito del tentativo di fare un "Nuovo Governo" tra M5S e Lega.
Come non dar ragione a questi giornali dopo aver letto la bozza di contratto, che in parte subito smentita, ci voleva fuori dall´euro e col cappello in mano a chiedere di annullare 250 miliardi di debito......

Ma come avevano descritto l´amministrazione dei Governi precedenti? 
Competenti,  onesti, con la visione ottimista per il futuro del paese,  che avrebbero portato cambiamento e novitá in tutta la Pubblica Amministrazione....
Ma nel leggere queste notizie non sembra proprio.

Milano  luglio 2015
Dopo l'inchiesta del fattoquotidiano.it l'autority avvia una verifica sull'appalto da 600mila euro al mese che doveva servire a proteggere i dati sanitari dei lombardi e invece non aveva neppure "le misure minime di sicurezza". L'accertamento potrebbe estendersi ad altre Regioni

 Milano  novembre 2015
Il problema è che fino a sabato scorso bastava compilare un modulo online pubblicato sul sito della Regione per avere accesso a informazioni riservate. Nessuna operazione per esperti hacker: il varco poteva essere aperto con pochi clic.

Agenzia Entrate  settembre 2017
Una falla scoperta solo recentemente, un buco enorme nel sistema telematico gestito dalla società pubblica Sogei, un bug che ha permesso a chiunque avesse le credenziali per accedere al sito internet dell’Agenzia delle Entrate di consultare liberamente i dati fiscali dei cittadini, per un tempo ancora non quantificato. 

Napoli  maggio 2018
C’è di tutto e di più nella banca dati di chi ha chiesto a Napoli il reddito di inclusione ed è incredibilmente accessibile a chiunque. 
Con un clic si scarica in automatico un file sulla scrivania del computer e aprirlo è semplicissimo. Scorrendo poi con il mouse verso il basso la scelta è ampissima: ci sono carte d’identità, codici fiscali, modelli Isee. Si vuole sapere, per esempio, se il vicino di casa è invalido? Ecco fatto: ci sono i decreti dell’Inps. Da questo server si può anche venire a conoscenza se una donna è incinta e da quante settimane. Occorre fare una ricerca e spulciare la dicitura: «Certificato ginecologico» e si può risolvere l’enigma.
Oltre ai moduli compilati nei Caf e trasmessi telematicamente al Comune di Napoli con nome, cognome, indirizzo di casa e numero di telefono. Poi lo stato economico del richiedente: il modello Isee che racchiude le sintesi dei Cud dei componenti del nucleo familiare. Poi ci sono le fotocopie del documento d’identità e del codice fiscale e ogni ulteriore elemento richiesto per accedere al «Rei». Ovvero i decreti di invalidità e i certificati rilasciati dai ginecologi che attestano che le donne del nucleo familiare siano incinte. Non è chiaro precisamente come sia possibile che si sia generato una falla nel sistema di sicurezza tale da rendere visibili a tutti dati così importarti e riservati. 
Sono oltre 200 mila le istanze presentate ai comuni della Campania, sono circa 70 mila quelle in pagamento, altre 70 mila (sempre del totale) respinte, circa 40 mila in lavorazione e tra queste ci sono anche quelle del Comune di Napoli per le quali è possibile conoscere tutto, in maniera del tutto arbitraria. Sul sito di Palazzo San Giacomo, alle «condizioni d’uso» dei dati del «Rei», c’è scritto: «Il Caf deve garantire la massima riservatezza su qualsiasi notizia, dato, documento o informazione di cui venga a conoscenza». Appunto.







BASSETTI: e questo sarebbe un buon ministro?

  Ma come? Da aprile 2020? Ma non c'era il protocollo della Tachipirina e Vigile Attesa del ministero della Salute? Ma non eri tu che ca...