sabato 31 marzo 2018

Pasqua 2018: la via Crucis in Medio Oriente.

Disgustoso e orribile…il giovane palestinese viene ucciso a sangue freddo dai cecchini israeliani nei pressi del confine di Gaza durante la giornata di protesta pacifica.
L’esercito israeliano ha confermato che i soldati hanno aperto il fuoco contro “i principali istigatori”, nell’ambito dell’operazione contro la protesta palestinese al confine della Striscia di Gaza. Lo riferisce Times of Israele. Secondo i media, l’esercito ha schierato fra le sue forze oltre 100 cecchini (dal Fatto Quotidiano).

Il video degli ultimi istanti di vita 

Ci sono stati tanti Napoleoni...ma tutti, indistintamente, sono miseramente scomparsi!!!

Goya vuol mostrare che nessuno strumento è stato in grado di salvare i cittadini durante la fucilazione del 3 Maggio: né la ragione ma nemmeno la Chiesa, qui rappresentata sconfitta attraverso il campanile in lontananza avvolto dalle tenebre e dalla presenza di un monaco tra i prigionieri.
I soldati sulla destra della tela sonio stati rappresentati di spalle, impedendoci di guardare il loro volto. Non è un caso, ma una trovata molto intelligente del pittore: in questo modo Goya vuol indicare che i soldati, già pronti a fare fuoco, in realtà stanno solo eseguendo degli ordini, e per eseguire le richieste dei superiori, non possono lasciare che le loro emozioni interferiscano. 
Oltre ad essere una cronaca di guerra, questa famosissima tela di Goya è diventato simbolo di tutti i conflitti in cui sono gli innocenti a pagare le conseguenze e dove avviene la sconcertante sottomissione di un popolo ad un altro, come avviene oggi in Medio Oriente.
La foto dei sodati israeliani a fianco, mostra una analogia impressionante.... la mancanza dei cittadini, vuole indicarci la completa assenza nella storia, di un popolo sconfitto che non ha diritto di esistere. 


venerdì 30 marzo 2018

Chieti, il fascino senza tempo della processione del Venerdí Santo: nel sito del Ministero dei beni e delle attivitá culturali e del turismo, non c´é traccia.

Parliamo della processione piú antica d’Italia, dove vi partecipano centinaia di figuranti e 13 congregazioni dei fedeli. Seicentesca la confraternita del Sacro Monte dei Monti, che organizza l’evento; settecentesca la tradizione dei 150 cantori e altrettanti suonatori che accompagna la processione degli incappucciati; e ottocenteschi i gruppi scultorei della Passione, i cui portatori si tramandano l’incarico di generazione in generazione.
Ma sul sito del Ministero, non v´é nessuna traccia.
Eppure é molto conosciuta in ambito internazionale, tanto che una troupe della BBC sarà presente durante la Storica manifestazione, per girarne un documentario. Il contenuto del documentario illustrerà come la tradizione cristiana abbia profonde radici nella storia millenaria della cultura popolare e religiosa inglese, oggi in parte rintracciabili nella più antica processione italiana del Venerdì Santo teatino. Il documentario, oltre a toccare aspetti propriamente antropologici, vuole essere un viaggio a ritroso nella più antica tradizione religiosa europea, di cui la processione di Chieti è espressione significativa, rimasta intatta fino ai nostri giorni. 
Il Venerdì Santo a Chieti si conferma, quindi, un appuntamento religioso di grande richiamo e capace di offrire una vetrina internazionale all’intera città. Che, si spera, si farà trovare pronta garantendo un contorno adeguato alla manifestazione liturgica che affonda le sue radici nel tempo. 
Un riconoscimento di eccellenza e qualità enorme per la città teatina e la sua antica processione,
a dispetto dei politici locali, che insieme al sito istituzionale del Ministero, non hanno fatto molto per valorizzare l´evento, come invece avvenuto per altre cittá (ad esempio Taranto) o regioni.

Il fascino senza tempo della processione..https://www.youtube.com/watch?v=lK0lLirt9uI







giovedì 29 marzo 2018

Gentiloni: Paese non può permettersi fiera velleità...ma sperpera oltre 10 milioni di euro.

Non è una buona notizia quella che ci arriva sui cappellani militari.
Con delibera dell’8 febbraio, il Consiglio dei Ministri  informa che è stato approvato “lo schema d’Intesa tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede sull’assistenza spirituale alle Forze Armate.” Purtroppo in questa Intesa “l’inquadramento, lo stato giuridico, la retribuzione, le funzioni e la disciplina” dei cappellani militari restano quasi le stesse di prima. Unica novità: la riduzione del numero dei cappellani degli attuali 204 a 162. Gli stipendi invece rimangono gli stessi. L’ordinario militare (il cosidetto vescovo castrense), assimilato a un generale di corpo d’armata avrà 126 mila euro all’anno; per il vicario generale (generale di civisione) 104 mila euro; per il primo cappellano capo (maggiore) 48 mila euro e per il cappellano (capitano) 43 mila…. 
Lo Stato spenderà oltre dieci milioni di euro per mantenere i preti con le stellette. 
Ora l’Intesa “sarà sottoposta alla firma delle due Parti, Stato e Santa Sede e il suo contenuto dovrà essere recepito con apposito disegno di legge” del Parlamento. L’iter è ancora lungo, il Parlamento potrebbe ancora non ratificarlo.
Dopo anni di contestazione dei cappellani militari sia da parte laica come da parte ecclesiale (preti e vescovi inclusi!), perché con Gentiloni si é arrivati a una tale Intesa. 
Questa la posizione di Papa Francesco: per assistere spiritualmente i soldati, non servono sacerdoti con i gradi. 
Ma allora, se questo è quanto pensa il Papa, chi ha voluto questa Intesa? 
Forse la Conferenza Episcopale Italiana? O forse l’ordinario militare, il vescovo responsabile dei cappellani militari? 
Chiunque l´abbia deciso, questa decisione è in chiaro contrasto con il magistero di Papa Francesco contro la guerra e in favore della nonviolenza attiva. 
Ma è in contrasto soprattutto con il Vangelo perché l’Intesa integra i cappellani nelle Forze Armate d’Italia sempre più impegnate a fare guerra “ovunque i nostri interessi vitali siano minacciati”,  come recita il Libro Bianco della Difesa della Ministra Pinotti. E’ questo che è avvenuto nelle guerre in Afghanistan, Iraq, Libia. E per fare questo, il bisogno di armarsi fino ai denti, arrivando a spendere lo scorso anno in Difesa 25 miliardi di euro, pari a 70 milioni di euro al giorno. 
Tutto questo è in profondo contrasto con quanto ci ha insegnato Gesù. 
Per cui diventa una profonda contraddizione avere sacerdoti inseriti in tali strutture.
Pax Christi rammenta anche le parole di don Tonino Bello, a 25 anni dalla sua morte, che nel 1992 riguardo al tema dei cappellani militari, si dichiarava «sensibile soprattutto ai costi relativi alla credibilità evangelica ed ecclesiale». «Per lui, e per noi, è necessario mantenere un servizio “pastorale” distinto dal ruolo militare. “Accade già nelle carceri”, osservava: “non si vede per quale motivo non potrebbe accadere anche nelle forze armate. Cappellani sì, militari no”».

mercoledì 28 marzo 2018

Una chiamata allunga la vita: soprattutto se vi trovate all´estero.

Dal 31 marzo, grazie alle nuove regole Ue i nuovi modelli di auto fabbricati dovranno essere dotati di questo dispositivo che in caso di incidente chiama automaticamente il 112, il numero di emergenza europeo. La telefonata scatta in caso di incidente automobilistico, quando guidatore o passeggeri sono incoscienti o impossibilitati a muoversi. Dimezzando i tempi di intervento dei soccorsi, infatti, diminuisce anche il numero delle vittime. È la rivoluzione della sicurezza stradale che scatterà dal 31 marzo, quando tutte le auto nuove saranno dotate obbligatoriamente del nuovo sistema salvavita eCall.

Sembra tutto molto positivo, tranne un piccolo particolare.
A tutt´oggi 27 marzo 2018, l´unico paese in Europa che non ha ancora funzionante su tutto il territorio nazionale il numero unico di chiamata 112 é l´Italia.

Esempi: 
- nella ricca Toscana rossa, l'attivazione del numero unico, che sostituirà quelli attualmente  in uso é previsto per fine anno.
-  nel Lazio la presentazione delle domande al bando per assegnare il personale al 112, scadeva oggi 27 marzo, poi bisogna aggiungere  tutti i tempi  burocratici per l´espletazione del bando.
- nella Calabria, in un articolo del 21 settembre 2017, dal titolo "Attiviamo anche in Calabria, il numero unico d’emergenza europeo" il pezzo termina con "Attendiamo con reale fiducia, affinché la Calabria possa mettersi in carreggiata rispetto al resto del Paese”.

Del resto é emblematica la fotografia dei paesi che hanno attivato il servizio....Grecia, Portogallo, Ungheria...e tutti gli altri.
Fa eccezione appunto l´Italia, fanalino di coda.






martedì 27 marzo 2018

Milano, cittá delle cause perse (tanto pagano i cittadini)

1) La questione è banale: il Comune ha novanta giorni per notificare le multe (questo dice il codice della strada, come da modifica di legge ormai del 2010) e non può addurre cervellotiche procedure per giustificarsi quando sfora quel termine.
L’ha stabilito per primo un giudice di pace all’inizio del 2015. L’ha ribadito il Tribunale qualche mese dopo, il 10 novembre, sempre del 2015. Nonostante la linearità di queste due sentenze, il Comune ha mobilitato la sua avvocatura e si è appoggiato sullo studio romano di un legale «cassazionista» per portare fino all’ultimo, estremo grado di giudizio una battaglia legale che non aveva alcuna speranza di vincere. E infatti ora, con una sentenza depositata il 21 marzo, anche la Cassazione ha certificato l’assoluta irregolarità con la quale Palazzo Marino ha gestito un numero abnorme di contravvenzioni. 
2) La storia è quella di una lavoratrice, che da consumata pendolare ha trovato il luogo ideale dove lasciare l’auto senza dover pagare il ticket di Area C per poi proseguire a piedi o con i mezzi pubblici: le strisce bianche (ergo gratuite) disegnate sul marciapiedi, lungo la muratura Ovest dell’ex Centrale del latte. Dove, a scanso di equivoci, c’è pure una grande lettera «P» bianca in campo blu. Peccato che per gli ausiliari della sosta (impiegati Atm nella gestione delle contravvenzioni) le strisce bianche non siano sufficienti per delimitare il perimetro di una sosta regolare. Né tantomeno il cartello sovrastante, per la precisioni all’altezza del palo della luce «numero 35». Segnaletica che non sembra valere neppure per chi l’ha posta, vale a dire il Comune, che continua a costituirsi in giudizio nonostante ci siano già due sentenze che inchiodano al rimborso di multa e spese legali (43 euro). Trattasi di «posteggio libero». Recita la prima sentenza del 5 gennaio: «Il ricorso è fondato e va accolto». Aggiunge la seconda del 26 febbraio: «...si rileva come la segnaletica orizzontale e verticale (...) consentisse la sosta del veicolo».
3) Il ricorso di Milano sulla sede dell'Agenzia europea del farmaco è "manifestamente irricevibile". Lo si sostiene in un documento dell'ufficio giuridico del Consiglio della Ue che in 26 pagine illustra i motivi per cui ritiene che la richiesta del capoluogo lombardo di una sospensiva sulla decisione che riguarda l'assegnazione della sede dell'Ema non può essere accolta. Tornando alla 'memoria difensiva' del Consiglio Ue, si sostiene che il Comune di Milano ha commesso un "errore" perchè ha fatto ricorso contro la 'decisione del Consiglio dell'Unione europea'. Ma il Consiglio, si legge nel documento, "non può essere considerato l'autore della decisione impugnata, visto che è stata presa dai rappresentanti degli Stati membri". Inoltre, continua il documento, il Comune di Milano non è il destinatario dell'atto impugnato, perchè "non ha avuto alcun ruolo diretto nell'intera procedura di selezione che ha unicamente visto coinvolta la Repubblica italiana".
15 marzo: La plenaria del Parlamento europeo dá il via libera all'attribuzione ad Amsterdam della sede dell’Ema, l’Agenzia Europea del farmaco, anche se con una serie di condizioni per verificare l'effettiva realizzazione nei tempi previsti (IL RICORSO DI MILANO). Il voto di Strasburgo "è un sì condizionato a Amsterdam", ha spiegato l'eurodeputato Giovanni La Via, relatore del provvedimento: "Vogliamo che siano rispettati i tempi perché la continuità operativa dell'Agenzia è la cosa più importante che il Parlamento vuole. La sicurezza dei cittadini in termini di salute passa dall’operatività dell’Ema". Il rapporto che attribuisce la sede dell'Ema a Amsterdam è stato approvato con 507 voti a favore, 112 contrari e 37 astenuti.

Ma chi paga tutti questi ricorsi di cause perse? Noi cittadini naturalmente, mica l´amministrazione comunale, in primis il Sindaco.




lunedì 26 marzo 2018

Acqua: oro Blu. É ora di rivedere le concessioni di un bene pubblico essenziale per la vita!

L'acqua è il pilastro della vita. Avere un accesso facile all'acqua potabile deve essere un diritto universale, non può essere un privilegio. 
Ma le cose stanno un po´ diversamente. L’acqua,  continua spesso a essere gestita o dalla forza del potere e dalla potenza economica delle industrie.
Potere
Il controllo dell’acqua sarà sempre più causa di tensioni e conflitti: dal Medio Oriente al Sud Est asiatico, sono numerosi i focolai che presto potrebbero sfociare in vere e proprie guerre per l’oro blu.
Esempio nel Medio Oriente: nel 1967 con la Guerra dei Sei Giorni, Israele prese il controllo della Alture siriane del Golan e della Cisgiordania: questo significa possedere le riserve di acqua dolce del Mare di Galilea e del fiume Giordano. Lo stato ebraico oggi utilizza il 60% di queste risorse idriche eppure solo il 3% del bacino del Giordano si trova in territorio israeliano. 
Inoltre l´Agenzia per gli Affari Umanitari Onu, ha divulgato un rapporto sulla realtà delle fonti d’acqua dei palestinesi derubate dai coloni israeliani, partendo da uno studio commissionato all’esperto Dror Etkes.
Dal documento emerge che il sequestro di sorgenti e pozzi utilizzati da palestinesi per l’agricoltura e per uso domestico, viene condotto dai coloni israeliani con il ricorso a intimidazione e violenza.
Negli ultimi anni le sorgenti d’acqua in prossimità delle colonie israeliane nella Cisgiordania occupata sono state usurpate con regolarità dai coloni israeliani: 56 sorgenti, ubicate in gran parte nell’area C (sotto il pieno controllo di Israele) sono di proprietà privata palestinese.
Sono in molti a considerare che le guerre del nostro secolo scoppieranno a causa delle dispute per il controllo del cosiddetto oro blu, soprattutto nelle aree in cui scarseggia e l’approvvigionamento dipende da fiumi e laghi transfrontalieri.
Ismail Serageldin, ex vicepresidente della Banca Mondiale, nel 1995 avvertì: “Se le guerre del XX secolo sono state combattute per il petrolio, quelle del XXI secolo avranno come oggetto l’acqua
Industrie
L’acqua, invece, continua spesso a essere gestita come se fosse proprietà privata a vantaggio di pochi che si assicurano enormi guadagni a discapito di cittadini, dell’ambiente e delle stesse casse statali. Il settore dell’acqua in bottiglia non conosce crisi: con consumo pro-capite di 206 litri all’anno, l’Italia si piazza al secondo posto nella classifica mondiale (preceduta solo dal Messico), che si traduce in un giro d’affari stimato di circa 10 miliardi di euro l’anno per le aziende imbottigliatrici.
E mentre le aziende imbottigliatrici fatturano -secondo le stime dei rapporti di settore- circa 2,8 miliardi di euro, alle casse statali vanno solo le briciole. Le aziende infatti pagano canoni alle Regioni che raggiungono al massimo i 2 millesimi di euro al litro (un costo di 250 volte inferiore rispetto al prezzo medio di vendita dell’acqua in bottiglia) per un totale di circa 18 milioni di euro l’anno, secondo le stime di un’inchiesta di Repubblica.
“Nessuno si indigna del fatto che una risorsa pubblica così preziosa, che avrebbe bisogno di una gestione attentissima, oggi venga svenduta. 
L’aspetto più interessante riguarda però il canone per i quantitativi imbottigliati, che presentano un valore medio di 1,15 euro/metro cubo, ovvero 1 millesimo di euro al litro, che può salire nel migliore dei casi ai 2,70 euro/metro cubo applicato dalla Provincia Autonoma di Bolzano (corrispondente comunque a 2,7 millesimi di euro al litro) e che invece può ridursi fino a 0,30 euro a metro cubo come avviene in Abruzzo.
Abruzzo che fa pagare al cittadino piú del doppio di quanto chiede alle industrie (0,64 euro mc + iva 10%).

Forse é ora di rivedere queste concessioni di un bene pubblico, cosi´ importante per la nostra vita.




domenica 25 marzo 2018

La marcia per le nostre vite, negli Stati Uniti.

C'è un'America in marcia contro le armi, contro la morte.
L'hanno chiamata La Marcia per le nostre vite. Circa 500 mila persone hanno sfilato nel centro di Washington e in molte città degli Stati Uniti. Dopo la strage di San Valentino quando un 19enne uccise 17 compagni di scuola con armi semi automatiche, in centinaia di migliaia chiedono che la politica prenda provvedimenti affinché episodi del genere non accadano più.
Negli Stati Uniti circolano oltre 270 milioni di armi da fuoco tra i civili, più di una per ogni adulto americano. E dopo un periodo di relativa stabilità, per il secondo anno consecutivo le morti per arma da fuoco sono in aumento. I dati diffusi dai Centers for Desease Control and Prevention, parlano di oltre 38mila vittime nel 2016.
Sono circa 10 milioni le armi presenti in Italia, secondo dati dell’Eurispes del 2008 «speriamo che almeno le autorità abbiano dati più aggiornati, perché il problema sta tutto lì, non sapere dove sono le armi e chi le ha in mano. L’Italia non è sicuramente uno dei paesi da far west in cui è facile entrare in un negozio e comprare un’arma. Le norme sono molto restrittive nel momento del rilascio, per ottenere il porto d’armi. 
Tuttavia, pur distanziandosi dagli Stati Uniti per numero di armi da fuoco detenute, secondo i dati delle Nazioni Unite l’Italia li segue con il triste primato di essere il primo paese del G8 per numero di omicidi commessi con arma da fuoco.
Del resto a Vicenza (10-12 febbraio) si e´ svolta la fiera delle armi HIT Show, l’unica manifestazione fieristica nei paesi dell’Unione Europea in cui vengono esposti tutti i tipi di armi e nella quale è consentito l’accesso ai minori”. Nell’Ue non c’è un divieto di legge sull’ingresso ai minori ma, ad esempio, la maggiore manifestazione di questo tipo, “IWA Outdoor Classic” di Norimberga, è riservata ai soli “operatori di settore” (non per cacciatori o sportivi) e vieta espressamente l’ingresso ai minori.
Ma i nostri politici (PD) a riguardo, sono rimasti in silenzio. Lo scorso 21 settembre, infatti, il consiglio comunale di Vicenza ha approvato all’unanimità una mozione che impegnava l’amministrazione (a guida Pd), in ragione della sua partecipazione azionaria in Ieg, “ad esercitare la sua preziosa moral suasion nei confronti degli organizzatori di Hit Show” proprio per evitare che i minori possano “maneggiare pressoché indisturbati le armi esposte”. Da settembre ad oggi, però, nulla è avvenuto. 


 





sabato 24 marzo 2018

Buongiorno Vita, sei molto bella! Grazie, ti sono infinitamente grato di questo dono!

Trasformiamo il necrologio di Giovanni Setti, «Sono morto. Peccato, perché è bella la vita!», in un inno quotidiano alla vita.
Il necrologio l'ha scritto proprio lui, otto anni fa. È stata la moglie L.F. a spiegare le ragioni del messaggio di un uomo molto amato e innamorato della vita. Al punto che ha voluto che un piccolo inno positivo precedesse il suo necrologio. In effetti, racconta la moglie e confermano i figli «con gratitudine per tutto ciò che ci ha dato», la voglia di vivere ha accompagnato Giovanni Setti in tutta la sua esistenza, è stata il valore aggiunto della sua famiglia, il sorriso che ha regalato ai pazienti che ha assistito quando faceva l'infermiere a San Camillo. Se anche ha conosciuto tante storie di sofferenza, Giovanni Setti è riuscito a trasformare ogni cosa con la forza positiva di un carattere solare.
Ecco perché, un giorno di sette anni fa, già malato, scrisse un testamento olografo che dava le disposizioni per il suo "fine vita": nessun accanimento terapeutico, perché voleva morire secondo il corso naturale. E poi quella frase da scrivere nel suo necrologio, quando sarebbe arrivato il momento. L.F. ha accontentato il marito. Lei, terapista del linguaggio, sa che quelle parole sono una dichiarazione d'amore. 





venerdì 23 marzo 2018

Per un punto Martin perse la cappa. 1) Espresso; 2) Mancini; 3) Don R. Pandolfi

Gruppo Espresso
giugno 2017: De Benedetti nel lasciare la presidenza GEDI al figlio Marco: "Ringrazio i giornalisti, il management e tutti i collaboratori che hanno contribuito a rendere il Gruppo punto di riferimento culturale e civico per il paese".
marzo 2018: I finanzieri sono entrati nelle sedi della Gedi – il gruppo che oggi edita La Stampa.Repupplica e l´Espresso - di cui è presidente onorario Carlo De Benedetti, presidente il figlio Marco – e della Manzoni Spa, la concessionaria di pubblicità del gruppo editoriale, per acquisire documentazione relativa al prepensionamento concesso, secondo la Procura senza averne diritto, ad alcuni dirigenti di nove società del gruppo. Il punto è questo: il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Francesco Dall’Olio sospettano che per far ottenere il prepensionamento, ossia il riposo anticipato, ad alcuni dirigenti che non avevano accesso al beneficio, siano stati utilizzati alcuni escamotage come il demansionamento a quadri o i trasferimenti. Da ciò la presunta truffa di milioni di euro. Le contestazioni riguardano fatti dal 2012 a oggi.

Mancini, gran politico di Calabria
Conteggi, riconteggi, contestazioni, colpi di scena, ribaltoni. Ci sono volute oltre due settimane per definire con certezza gli eletti calabresi in Parlamento e il risultato lascia l’amaro in bocca  a Mancini: e´ stato trombato due volte. Non e´ stato eletto al parlamento con la casacca del PD e non e´ stato ripescato neanche nel consiglio regionale, con la casacca di Forza Italia con cui si era presentato anni fa.
https://ildiariodigigi.blogspot.it/2018/02/una-buona-notizia-i-meridionali-non.html

Don R. Pandolfi parroco di Grandate
Alcune sue riflessioni durante una visita a Como, per delle Commissioni, dopo aver incrociato diverse persone che chiedevano l´ elemosina.
Esco dall’autosilo un po’ pensieroso. Pensieri brutti, forse.
Per esempio che molti,troppi, si approfittano del nostro essere cristiani e ci ricattano moralmente. Se non diamo l’elemosina ci sentiamo in colpa e così continuiamo a foraggiare parassiti, alcolizzati, sfruttati e sfruttatori.
Per esempio che non è dignitoso per una persona vivere di elemosina. E se lo fa per scelta non può avermi come complice delle sue scelte, che reputo sbagliate.
E che non tutti i mendicanti sono poveri. E che la maggior parte di loro, vista l’età, potrebbe tranquillamente andare a lavorare. Ma, si sa, qualcuno il lavoro non lo trova mai….Do uno sguardo a via Vittorio Emanuele, giusto per vedere, in zona farmacia, un uomo con cartello che chiede di essere sostenuto economicamente (non sarà per caso quello multato diverse volte dai vigili e che continua imperterrito a stazionare in quel posto, perchè le multe come fa a pagarle?) e mi avvio in piazza Verdi, giusto per osservare gli ultimi due africani venditori di libri, che abbordano due giovani turiste. Le ordinanze dei sindaci sono anche questo: un modo per provare a risolvere i problemi. Si potrà anche sbagliare, ma almeno ci si prova
E noi cristiani dovremmo tener presente che Gesù dobbiamo vederlo in tutti. Anche nei sindaci e nei vigili.
Non so se Don Pandolfi abbia ragione cristiana da vendere sui "questuanti", ma chiedere di vedere Gesu´ nel sindaco di Como, Landriscina, mi sembra completamente fuori luogo....a meno che non l´abbia visto esercitarsi a camminare sulle acque del lago!




giovedì 22 marzo 2018

Quello che la grande stampa non ci dice sui nostri Emigranti.

Perche´ i giovani italiani preferiscono emigrare?

Si dira´ che quella economica e´ la causa principale, insieme ad altre ragioni che hanno indotto grandi masse di persone ad abbandonare la
propria terra come cause politiche, etniche e religiose.
● Motivazioni economiche (per sfuggire alla povertà, per cercare migliori condizioni di vita);
● Lavoro (per trovare un impiego, per migliorare il proprio posto di lavoro);
● Motivazioni politiche (dittature, persecuzioni, oppressioni, guerre, genocidi, pulizia etnica);
● Di tipo religioso (impossibilità di praticare il proprio culto religioso);
● Disastri naturali (tsunami, alluvioni, terremoti, carestie);
● Motivazioni personali (scelta ideologica, fidanzamento con un partner residente in un altro paese); (
● Di tipo criminale (per sfuggire alla giustizia del proprio paese, per evitare un arresto)
● Per istruzione (per frequentare una scuola e conseguire un titolo di studio)

Sara´ tutto vero, ma tutte  queste cause, non ci spiegano perche´ i giovani preferiscono emigrare a Trento.
Si a Trento, che subito dopo Bolzano, e´ la citta´ dove si vive meglio. 
Possiamo capire le ragioni dei giovani che emigrano da Trapani (ultima citta´ della classifica di dove si vive meglio) ma non capiamo, ne´ ci dicono le ragioni che spingono i giovani di Trento a emigrare.



mercoledì 21 marzo 2018

Lacrime di coccodrillo. Tre storie esemplari: Facebook, Torturatori a capo della Polizia, Whisteblowing

Facebook
Chi avrebbe mai detto che anche l’industria digitale, che doveva guidarci per mano all’utopia della comunicazione diretta, all’Intelligenza Artificiale, alla Rete cui volevamo concedere il premio Nobel per la pace, finisse per piegarsi a interessi economici?
Sanno tutto di noi (Corriere della Sera). Facebook ha dragato illegalmente 50 milioni di profili di utenti FB, rivendendoli alla campagna elettorale di Trump.
Tutti i giornali ne scrivono oggi in prima pagina.
Gli stessi giornali che hano sottaciuto l´approvazione della legge, pubblicata il 28 novembre in Gazzetta Ufficiale, la possibilità di usare i dati personali degli italiani, senza consenso, a scopo di ricerca scientifica. I nostri dati personali, a partire probabilmente da quelli sanitari, potranno finire nelle mani delle multinazionali, a scopi di ricerca scientifica o statistici. Senza bisogno del nostro consenso e senza essere nemmeno avvisati.
https://ildiariodigigi.blogspot.it/search?q=dati+sanitari

Ai vertici della Polizia, chi torturo´.

Il sostituto procuratore della Corte di Appello, Enrico Zucca, tra i giudici del processo Diaz, ha detto che "l'11 settembre 2001 e il G8 hanno segnato una rottura nella tutela dei diritti internazionali. Lo sforzo che chiediamo a un paese dittatoriale è uno sforzo che abbiamo dimostrato di non saper far per vicende meno drammatiche. 
I nostri torturatori, o meglio chi ha coperto i torturatori, come dicono le sentenze della Corte di Strasburgo,  sono ai vertici della polizia, come possiamo chiedere all'Egitto di consegnarci i loro torturatori?".
Il riferimento polemico di Zucca riguarda, tra gli altri, anche il  ruolo assegnato a Gilberto Caldarozzi, uno dei principali condannati del processo Diaz e oggi vice direttore della Dia.

Novembre 2017

Il whistleblowing è legge. Montecitorio ha approvato la legge sul whistleblowing per tutelare chi denuncia irregolarità e corruzione, con 357 sì, 46 voti contrari e 15 astenuti. Un sì definitivo dopo anni di attesa e di perplessità.
Cosa prevede la legge
Per chi segnala reati o irregolarità nel lavoro pubblico o privato, a partire da casi di corruzione, è prevista una tutela dell'identità oltre alla garanzia di nessuna ritorsione sul lavoro e tantomeno di atti discriminatori.
In particolare, il dipendente, pubblico o privato, che segnala all'Autorità nazionale anticorruzione (Anac), o denuncia all'autorità giudiziaria condotte illecite, di cui sia venuto a conoscenza grazie al proprio rapporto di lavoro, non possa essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito o sottoposto ad altra misura organizzativa che potrebbe avere effetti negativi. Inoltre non hanno nessun valore eventuali atti discriminatori o ritorsivi adottati dal datore di lavoro.

Crotone febbraio 2018
Chiedeva se il superiore avesse fatto il concorso per essere assunto nei ruoli della Pa, come prevede la legge. Davanti al giudice, dopo anni di battaglie legali anche contro la rappresaglia subita sul posto di lavoro, denunciava se stessa dicendo che “da cinque anni sono pagata dall’Inps per non far nulla”. Poi lo fa davanti alle telecamere e la risposta dell’Inps è un disciplinare, contestazione che può anche precludere al licenziamento.





martedì 20 marzo 2018

Se la Lorenzin ora si preoccupa, noi forse no.

Oggi, 19 marzo 2018, a 15 giorni dalle elezioni (quando il suo gruppo petaloso ha avuto voti da prefisso telefonico) la Lorenzin, ministro della Salute ancora in carica, di dice preoccupata: “Io ritengo che i 5 stelle, in base al loro programma, sulla sanità siano poco conciliabili con un servizio sanitario nazionale universalistico considerando che il reddito di cittadinanza va finanziato".
Ma la Lorenzin, ministro della Salute dov´ era quando il governo Gentiloni, ha approvato a dicembre la legge di bilancio? E come mai non era preoccupata della legge  approvata?
Ecco quanto prevede la legge: per il 2018 il finanziamento del Servizio Sanitario è pari a 114 miliardi di euro, 1 mld in più rispetto al 2017. L’aumento di 1 miliardo è sbandierato dal Governo come segno di attenzione alla sanità, ma si tratta di una cifra inferiore alle maggiori spese già imposte alle regioni: il rinnovo dei contratti e delle convenzioni è stimato valere circa 1,3 miliardi, cui si aggiunge il taglio di 604 milioni per coprire il gran rifiuto delle regioni a statuto speciale a partecipare al risanamento della finanza pubblica. Restano inoltre da quantificare i mancati introiti per le procedure transattive sul pay back farmaceutico a causa del contenzioso in atto. La strategia è quindi chiara: i tagli o i maggiori oneri sono decisi fuori dalla manovra di Bilancio, cosicché la manovra può essere dichiarata priva di tagli. E così continua il processo di erosione delle risorse messe a disposizione del Ssn.
Per la verità, le regioni a statuto ordinario dovranno affrontare anche altre restrizioni: dovranno infatti garantire un concorso alla riduzione del debito di 2,2 miliardi e una riduzione delle spese per 300 milioni...
Insomma la Lorenzin ministro, ha avvallato nei fatti, una strategia di depotenziamento strisciante del servizio sanitario nazionale.
E oggi che deve lasciare la "poltrona" e´ preoccupata...possiamo capire che perdere privilegi sia una bella preoccupazione.
Se invece dovesse essere preoccupata anche per il Servizio Sanitario, noi ne siamo sollevati, vista la strategia di depotenziamento strisciante imposta al servizio sanitario nazionale. 


lunedì 19 marzo 2018

Pronto l´esecutivo affidato al tecnico Cantone? Forse e´ meglio nessun governo, che uno della Mediocrazia.

Ieri in prima pagina un giornale titolava che se i partiti continuano a litigare, e´ pronto un governo del Presidente da affidare a Cantone.
Ecco un governo affidato a Cantone assomiglia tanto alla cosiddetta Mediocrazia....e Dio ce ne scampi e liberi.
Perche´ esistono tanti mediocri di talento.

A titolo di esempio si riporta quanto gia´ scritto in proposito:
https://ildiariodigigi.blogspot.it/search?q=cantone
https://ildiariodigigi.blogspot.it/2018/02/aggiornamento-settimanale-in-merito-ad_25.html

Si puo´ solo aggiungere che:
La Corte dei Conti ha archiviato l'esposto del Codacons contro Spelacchio, l'abete di Piazza Venezia a Roma al centro di polemiche perchè considerato spoglio e "strapagato" dal Campidoglio. "Il massimo organo di controllo della spesa della Pubblica Amministrazione, dopo aver acquisito dal Dipartimento di Tutela Ambientale tutti gli atti e una relazione dettagliata sulle procedure, non ha rilevato alcuna irregolarità". 



domenica 18 marzo 2018

Quando l´Evasione Tributaria, viene direttamente dall´alto dei Palazzi.

Evasione di Iva, Ires e Irap, omessa fatturazione di operazioni imponibili quantificate come “prestazioni esenti”, imposte sugli acquisti detratte indebitamente. Sotto l’occhio non proprio vigile del Ministero dell’Istruzione, al centro di supercalcolo di Cineca qualcuno ha sbagliato i calcoli: il consorzio degli atenei italiani avrebbe omesso di versare una montagna di imposte, tante che l’Agenzia delle Entrate gli ha mosso una contestazione da 60 milioni di euro (sanzioni incluse). Una cifra da capogiro dovuta soprattutto ai mancati versamenti tra il 2011 e il 2015 delle imposte sulla quota di contributi ricevuti annualmente dal Miur (Ministero dell´Istruzione, dell´Universita´ e della Ricerca) proprio per i “servizi di supercalcolo”.
Tre sono per ora le contestazioni, per periodi diversi: c’è un giudizio pendente in fase di appello davanti alla Commissione Tributaria provinciale dell’Emilia relativo al solo 2011 per 4,3 milioni, c’è poi un tentativo di accertamento con adesione per il periodo di imposta 2012 per 21,1 milioni di euro, ma soprattutto c’è una verifica sui successivi periodi dal 2013 al 2015 per i quali l’Agenzia delle Entrate non ha ancora notificato i relativi avvisi di accertamento per altri 28,5 milioni. La contestazione tributaria si trascina dietro una potenziale notizia di reato da far tremare i polsi ai legali rappresentanti (“dichiarazione infedele”, reclusione da 1 a 3 anni) e il rischio per gli amministratori di essere chiamati a rispondere per danno erariale. Il punto è come uscire dall’incubo di cui sono informati da tempo il Ministero della Pubblica Istruzione, 70 atenei consorziati e 5 enti di ricerca. 

Se questi sono i presupposti come sperare di ridurre, azzerare l´Evasione?



sabato 17 marzo 2018

Moro 40 anni di misteri, una sola certezza: noi cittadini non dobbiamo sapere!

La misteriosa moto blu

La Honda blu presente in via Fani il 16 marzo del 1978 è un rompicapo. I capi brigatisti hanno sempre negato che a bordo ci fossero due loro uomini, ma da quella moto si spararono gli unici colpi verso un "civile" presente sulla scena del rapimento, l'ingegner Alessandro Marini, uno dei testimoni più citati dalla sentenza del primo processo Moro. 

L'uomo dei Servizi 

Chi era veramente presente quella mattina in via Fani? Le Commissioni parlamentari hanno ormai confermato, tanto per riportare alcuni nomi alquanto "particolari", che quella mattina alle nove, in via Stresa, a duecento metri da via Fani, c'era un colonnello del SISMI, il colonnello Guglielmi, il quale faceva parte della VII divisione ovvero di quella divisione del Sismi che controllava Gladio e al quale fa riferimento l’ex agente 007 a bordo della Honda che ha sparato a Marini e poi scritto la lettera nel 2009. Guglielmi, che dipendeva direttamente dal generale Musumeci, esponente della P2 implicato in vari depistaggi e condannato nel processo sulla strage di Bologna, confermò che quella mattina era in via Stresa, a duecento metri dall'incrocio con via Fani, perché doveva andare a pranzo da un amico.

Il boss in via Fani? 

Sparito e poi riapparso, lo scatto che ritrae un capo della ’ndrangheta potrebbe dare un volto a uno dei colpevoli dell'eccidio.
Il mistero di una foto. Scattata in via Fani il 16 marzo 1978, poco dopo il sequestro di Aldo Moro e l’eccidio della scorta. Un’immagine scomparsa dal palazzo di giustizia di Roma. E ritrovata in copia a Perugia. Una foto che potrebbe dare un volto e un nome a uno dei colpevoli che da 40 anni restano impuniti. E riscrivere uno dei capitoli più tragici della nostra storia. Perché l’uomo della foto non è uno dei brigatisti già identificati e condannati: assomiglia terribilmente a un mafioso della ’ndrangheta. Un boss di alto rango, che scambiava favori sporchi con un militare dei servizi segreti. 


Riassumendo: in Via Fani c´e´ un affollamento inspiegabile, in parte incomprensibile agli stessi brigatisti. 
C'erano mezzi, una moto con un autista e un passeggero che scarica una raffica di mitra contro uno che non c'entra niente, mancandolo per poco. C'era un benzinaio esperto di armi da fuoco, un fotografo i cui rullini subito spariscono, ci sono tecnici della Sip controllata dalla P2, c'è un colonnello dei Servizi, Camillo Guglielmi, che è lì perché doveva «andare a pranzo da un amico» alle 9 di mattina. Ci sono macchine che ostruiscono le manovre e consentono l'agguato, veicoli che spariscono e si ritrovano poche ore dopo, in via Licino Calvo, lungo la strada di fuga dei terroristi. Ci sono un sacco di circostanze che non ci sono, non tornano, non si spiegano.

La verita´ puo´ attendere ancora, siamo in Italia del resto.




venerdì 16 marzo 2018

Vietato lamentarsi!

“Vietato lamentarsi. I trasgressori sono soggetti a una sindrome da vittimismo con conseguente abbassamento del tono dell’umore e della capacità di risolvere i problemi. La misura della sanzione è raddoppiata qualora la violazione sia commessa in presenza di bambini.”
Questo è quanto annunciato dal cartello affisso sulla porta di numerosi uffici e case dall’estate 2017. L’idea nasco da Salvo Noé, psicologo e psicoterapeuta, e mira a aiutare le persone a non focalizzarsi troppo sui problemi, ma a concentrarsi sulle loro potenzialità per risolverli.
Infatti, come cita l’ultima parte del cartello, “per diventare il meglio di sé bisogna concentrarsi sulle proprie potenzialità e non sui propri limiti quindi: smettila di lamentarti e agisci per cambiare in meglio la tua vita.”
Come descritto nel libro “Vietato lamentarsi. Agisci per cambiare in meglio la tua vita e quella degli altri”, questo approccio propone una serie di esercizi per acquisire un atteggiamento positivo, spostando la propria attenzione dai problemi alle soluzioni eliminando le piccole lamentele quotidiane (www.ilsorrisoquotidiano.it).

Non e´ dato sapere se i giovani dell´Appio Tuscolano abbiano letto il libro Vietato lamentarsi, certo e'che  i ragazzi del VII Municipio con l’iniziativa “Fiori cresciuti in mezzo ai sampietrini” hanno in pratica tappezzato di terra e di fiori tutte le buche delle loro  strade. Sara´ poca cosa ma quanto meno si evitano grossi sobbalzi, squarci alle gomme, qualche incidente e, perché no, si rida una certa dignità alla Capitale.                        
  



giovedì 15 marzo 2018

Ex governo PD, una presa per i fondelli al quadrato.


1) Dopo ben 8 votazioni di fiducia, i dirigenti "competenti del PD, hanno fatto approvare la legge elettorale con la quale siamo andati a votare, il Rosatellum, che e´ talmente complicata che a 10 giorni dalle elezioni non si sa ancora chi sono i parlamentari eletti. Figuriamoci per quanto riguarda poi la "governabilita´" del paese. Ma forse a loro di questo non importa un fico secco.

2) Sempre il PD di Calenda, nuovo tesserato e comunque ancora ministro dello Sviluppo Economico (?) dopo che l´intero  governo Gentiloni, alla fine del 2017, aveva  deciso di esercitare i poteri speciali del “golden power” per evitare che volino al di fuori dell’Unione europea tecnologie e informazioni ritenute particolarmente sensibili, non ha fatto nulla. Cosí´ centoquattordici lavoratori Piaggio Aerospace, di cui ottanta genovesi e 34 di Villanova, hanno ricevuto questa mattina le lettere di licenziamento.  


mercoledì 14 marzo 2018

E´ chiedere troppo al nuovo Governo, di tagliare i privilegi e di bloccare le trivellazioni nel mare Adriatico?

Due notizie di questi giorni apparsi sui quotidiani, mostrano la totale cecita´ dei nostri passati governanti, riguardo l´interesse generale del paese, del bene collettivo a scapito di privilegi inenarrabili.
La prima riguarda la nuova autorizzazione alle attivita´ delle Trivelle, oltre le 12 miglia dalla costa, nel mare Adriatico.
Possibile che nessun componente del PD, dal ministero dell´Ambiente al Governo, usi la testa per fare un semplice ragionamento logico: il mare Adriatico e´ un mare chiuso per cui non e´ possibile utilizzare le sue acque per fare eventuali estrazioni petrolifere, in quanto un minimo incidente comporterebbe la distruzione per sempre dei nostri litoranei da Rimini alle isole Tremiti, con un danno permanente e incalcolabile per l´ecosistema marino e soprattutto per la nostra economia, basata sul turismo.
Ma ci dicono che se vogliamo andare in auto, dobbiamo accettare questa idea....balle. Primo perche´ l´eventuale petrolio estratto non sarebbe mica il nostro, ma delle compagnie straniere, che pagano al Governo italiano le famose royalty che secondo il Sole 24 ore,ammontavano nel 2016 a soli miseri 236 milioni circa. Si solo 236 milioni, quando poi il Governo ha trovato modo di finanziare il Foglio di Ferrara di ben 50 milioni. 
La seconda riguarda i privilegi della casta che non finiscono mai, ad  esempio le famose auto Blu.
Secondo ricostruzione pubblicata sul Corriere, e´ stato calcolato che per ogni giudice della Corte Costituzionale, vengono spesi mediamente 750 euro per ogni giorno lavorativo visto che oltre al «Noleggio, assicurazione e parcheggio autovetture», «Carburante», «Manutenzione, riparazione e accessori per autovetture», si deve provvedere alla «copertura» dell’intera giornata con due autisti ognuno per un turno di otto ore.





BASSETTI: e questo sarebbe un buon ministro?

  Ma come? Da aprile 2020? Ma non c'era il protocollo della Tachipirina e Vigile Attesa del ministero della Salute? Ma non eri tu che ca...