venerdì 4 maggio 2018

Mafia: record di comuni sciolti per mafia.

La mafia non esiste. Quante volte abbiamo ascoltato queste parole? Tante volte, troppe e per tanto tempo. Oggi nessuno si sognerebbe di ripeterle. All’apparenza è così, eppure sono in tanti che fanno di tutto, surrettiziamente, per accreditare l’idea che la mafia non esiste.
Chi sono costoro? Sono quelli che in campagna elettorale non parlano di questo argomento, come se non esistesse, come se non fosse un problema di primaria grandezza o come se fosse solo e soltanto una questione criminale che devono affrontare e risolvere magistrati e forze dell’ordine (tanto che un politico assunse un mafioso pluriomicida legato a Cosa Nostra conosciuto con il soprannome de «lo  stalliere di Arcore», data l'attività che svolgeva presso la villa brianzola)
Nella corsa al voto del 4 marzo i partiti hanno in gran parte ignorato il tema del contrasto alla criminalità organizzata. 
Anche perché oggi fa indignare di più l'auto blu del politico rispetto alla collusione con il clan
  
Sono passati 21 anni da quando un sindaco di Platì è riuscito a restare in carica per cinque anni. Era il 1997, da allora la vita democratica del paese è praticamente sospesa. Tranne brevi parentesi, in questo ventennio a guidare il Comune sono stati i commissari. Il Consiglio dei ministri per la quarta volta ha dovuto prendere atto delle «infiltrazioni mafiose» nell’ente comunale. Anche questa volta è durato meno di due anni il mandato del primo cittadino. La fascia tricolore tornerà in un cassetto, lì dove era stata custodita nei dieci anni precedenti.
Dal 1991 a oggi sono stati 308 gli enti locali commissariati per infiltrazioni mafiose. Più di un terzo negli ultimi sei anni (101).
Solo l’anno scorso sono stati 21, ovvero una media di due scioglimenti al mese. E se il buongiorno si vede dal mattino, a questo ritmo il 2018 rischia di superare il record storico di Comuni sciolti: 34 nel 1993. 

Il 92% degli scioglimenti di questi 27 anni è avvenuto in Campania, Calabria e Sicilia, ovvero le tre regioni delle principali organizzazioni criminali operanti in Italia. 
Ma dal 2011 sono stati commissariati anche otto enti locali nel centro e nord Italia tra Piemonte, Lombardia,Liguria, Emilia-Romagna e Lazio. 



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