domenica 20 maggio 2018

La Tecnologia che non ti aspetti: il Cappello che legge la mente.

A inizio anno qui da noi, si é molto parlato e scritto di Amazon che voleva introdurre il Braccialetto Elettronico wireless per velocizzare la ricerca dei prodotti stoccati nei magazzini da parte dei dipendenti sollevando critiche sul diritto alla "privacy".  
Il ministro Calenda afferma categoricamente che il braccialetto - che non è in uso ma è stata brevettato - in Italia non ci sarà mai".

Nel resto del mondo le cose non stanno cosí.

In Svezia la Epicenter ha impiantato nei suoi dipendenti (con adesione volontaria) un microchip che serve, tra le altre cose, ad azionare le stampanti. «Il vantaggio più grande è la comodità», aveva spiegato il ceo Patrick Mesterton. Già nel 2013 la British Petroleum aveva dotato i lavoratori di un braccialetto che monitora la frequenza cardiaca, dentro e fuori gli uffici dell’azienda, giorno e notte: per tutelarne la salute.

Nel Wisconsin una Societá ha offerto ai suoi lavoratori la possibilità di non utilizzare piú documenti di riconoscimento, password, monete per le macchinette del caffé, chiavi per aprire porte ecc. impiantando un micro chip sottocute. Cosí settantadue impiegati di Three Square Market l’anno scorso hanno volontariamente accettato l´impianto sottopelle del «circuito integrato», grande come un chicco di riso. Una grande idea...se non fosse che nel database dell’azienda resta impresso per sempre il numero delle bevande consumate, il tempo trascorso all’interno di un certo ufficio e quello speso davanti al pc.

In Cina viene usato un Cappello che legge nella mente.

Il so­gno di ogni in­du­stria­le è di ave­re ma­no­do­pe­ra a pro­va di er­ro­re, che non si di­strae mai e pen­sa so­lo al­la pro­du­zio­ne per­fet­ta. La Ci­na del so­cia­li­smo co­niu­ga­to con il ca­pi­ta­li­smo sta­ta­le for­se ha ri­sol­to il pro­ble­ma, con un si­ste­ma di «let­tu­ra del cer­vel­lo». So­no sta­ti lan­cia­ti già di­ver­si al­lar­mi sul­la sor­ve­glian­za tec­no­lo­gi­ca in­va­si­va del­la sfe­ra per­so­na­le dei cit­ta­di­ni ci­ne­si (e an­che di quel­li nel re­sto del mon­do, co­me ci ha in­se­gna­to l’ex analista del­la Cia Ed­ward Snowden), ma que­sta vol­ta Pechino so­stie­ne di usa­re la scien­za «per il be­ne co­mu­ne», per evi­ta­re lo stress men­ta­le e i con­se­guen­ti er­ro­ri sul la­vo­ro. Co­me? Con un cap­pel­lo che leg­ge nel­la men­te, nel senso che rileva le onde cerebrali.
Al­la Zhon­gheng Elec­tric di Hang­z­hou gli ope­rai in­dos­sa­no ca­schi pro­tet­ti­vi con den­tro elet­tro­di che re­gi­stra­no le lo­ro on­de ce­re­bra­li al­la ca­te­na di mon­tag­gio. Se­con­do l’azien­da, spe­cia­liz­za­ta in pro­dot­ti per le te­le­co­mu­ni­ca­zio­ni, l’ana­li­si di que­sti da­ti ser­ve al ma­na­ge­ment per os­ser­va­re i tur­ni di la­vo­ro e il flus­so del­la pro­du­zio­ne, cor­reg­gen­do­li e ag­giu­stan­do i tem­pi di ri­po­so in ba­se al­le sen­sa­zio­ni e rea­zio­ni ce­re­bra­li del­la ma­no­do­pe­ra, che se­gna­la­no stan­chez­za, fru­stra­zio­ne e ca­lo di at­ten­zio­ne.
La ri­le­va­zio­ne del­le on­de ce­re­bra­li di Neu­ro Cap, il «cap­pel­lo de­ci­fra­to­re di (cat­ti­vi) pen­sie­ri» vie­ne uti­liz­za­ta an­che per i fer­ro­vie­ri sui tre­ni dell’al­ta ve­lo­ci­tà, che in Ci­na sfrec­cia­no a ol­tre 320 km orari di me­dia e so­no pun­tua­li al se­con­do. Sen­so­ri sot­to il ber­ret­to da fer­ro­vie­re. Il la­vo­ro dei ca­pi­tre­no è de­li­ca­to. E a quel­le ve­lo­ci­tà una di­sat­ten­zio­ne si pa­ga ca­ra.
Ma si può en­tra­re nel­la men­te dei cit­ta­di­ni-la­vo­ra­to­ri a fin di be­ne? «Si­cu­ro, se il si­ste­ma dà l’al­lar­me in­ter­ven­go­no i ma­na­ger, che con­si­glia­no al di­pen­den­te stres­sa­to di pren­der­si un gior­no di ri­po­so».
A nessuno dei top manager delle aziende che stanno testando questi dispositivi viene in mente che l’algoritmo con cui si rilevano i picchi emotivi possa mettere in fila serenità e rilassamento eccessivi, fino a denunciare, magari, un eventuale lassismo. Per loro conta il risultato. 
E il risultato, per la State Grid Electric Power che fornisce energia elettrica a tutta la provincia dello Zhejiang, sono due miliardi di yuan in più di fatturato da quando è partita la «sperimentazione», nel 2014.




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