venerdì 13 aprile 2018

Papa nero...piú rosso di cosí si muore.

Sognavamo preti che riempissero le chiese di fedeli, e ci ritroviamo vescovi che predicano in centri sociali occupati. Ma è l’estrema deriva della Chiesa al tempo di Francesco che, per portare la Parola, o ciò che ne rimane, alle periferie, ha finito  per non preoccuparsi più del centro. Così, se a beneficiare del Verbo sono i “lontani” migranti, disoccupati e occupanti (di spazi autogestiti) - i “vicini”, cioè i cattolici, restano disillusi e si allontanano (Veneziani su Libero).
Il giornalista di Libero dimentica quanto papa Francesco ha affermato in piú occasioni con un linguaggio inusitato, che può scandalizzare certe orecchie delicate e che non concorda certamente col cristianesimo da salotto, spiritualista e moderato.
"Terra, Casa e Lavoro per tutti i nostri fratelli e sorelle: sono diritti sacri. Vale la pela, vale la pena di lottare per essi".
Papa Francesco precisa: ”Non si può affrontare lo scandalo della povertà promuovendo strategie di contenimento che unicamente tranquillizzano e trasformano i poveri in essere addomesticati e inoffensivi”.

Forse papa Francesco non é l´ultimo papa, quello nero della profezia di San Malachia (Petrus Romanus qui paicet oues in multas tribulationibus: quibus tranfactis ciuitas fepricollis diruetur, Iudez tre medus iudicabis populum fuum Finis) certamente é il papa piú vicino ai poveri. 
Li esorta a lottare  per acquisire i propri sacri diritti. 
Tanto da essere bollato da molti come un "comunista". 




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