In una lettera personale M.I nel ricordare la sua vicissitudine per prenotare una visita, si chiede:
Ma non è che davvero si sta smantellando la sanità pubblica? Lo chiamate progresso ed efficienza? E siamo in una provincia autonoma. Ditemi se siete ancora convinti della buona organizzazione della sanità trentina.
Il Capo Redattore del Corriere del Trentino in pratica non risponde affatto alle domande poste e la gira in lungo e in largo, non accorgendosi che cosí facendo afferma di fatto della dubitabile buona organizzazione della Sanitá in Trentino.
Che cosa risponde?
1 - Bisogna tralasciare i l mondo "social media" dove albergano sentimenti condizionati molto spesso da vicende troppo personali (Ma Sono le vicende troppo personali che mettono a nudo l´efficienza o l´inefficienza del sistema, mica le belle frasi di un Assessore alla Sanitá o di un Direttore Generale che parlano sempre di Eccellenza, e non devono rispondere a domande precise e putuali dei giornalisti invitati, non invitano mica i poveri cristi, che potrebbero portare vicende concrete troppo personali)
2 - Se si scantina sulle liste di attesa la percezione è di trovarsi dentro una sanità «malata», poco organizzata, per nulla rassicurante (non é una percezione ma vicende troppo personali, quindi o vere o false)
3 - Il sistema trentino, pur nelle sue palesi difficoltà quotidiane, rappresenta ancora un’eccellenza. Potrei dilungarmi sulla professionalità del personale medico e infermieristico, faccio invece riferimento all’accordo stipulato l’altro giorno tra Trento e Firenze sull’oncologia pediatrica. Un passo importante per rendere sempre più operativa Protonterapia, un progetto che si trascinerà sempre dietro grandi polemiche, ( In effetti era la domanda diretta di M.I. Lo chiamate progresso ed efficienza? Anche in questo il nostro giornalista non azzecca la risposta portando ad esempio la Protonterapia, che con le sue stesse parole, si trascinerá sempre dietro grandi polemiche. Bontá sua, ma ora c´é e bisogna farla funzionare bene......ma non cita le osservazioni della letteratura medica a riguardo.
I dati esistenti non suggeriscono che la rapida espansione della Protonterapia come modalità di trattamento principale sarebbe appropriata. Sono necessarie ulteriori ricerche sulla clinica e sull'efficacia dei costi di Protonterapia. La formazione di un registro europeo per la terapia adrenerica offrirebbe un modo semplice per accelerare la velocità con cui otteniamo prove di alta qualità che potrebbero essere utilizzate per valutare il ruolo della Protonterapia nella gestione del cancro.
Lettera di M.I.
Sono andato dal medico per un forte attacco di artrite reumatoide, malattia autoimmune di cui soffro da qualche anno, per fortuna in misura controllata e ancora ridotta. Ogni tanto capita però di subire un attacco e, quando arriva, è molto doloroso e fastidioso. Bene, il mio medico di base mi fa il certificato di richiesta visita «Rao B», cioè tempi di attesa massimo 10 giorni, che già comunque sono tanti quando hai dolori diffusi. Data della richiesta del medico: 5 aprile 2018. Telefono al Cup il giorno stesso. Risposta: la richiamiamo noi perché non abbiamo date disponibili. Ho richiamato io altre due volte nei giorni a seguire, a oggi nessun riscontro. Richiamo il mio medico di base e mi consiglia di fare ricorso al solito Cortisone, mentre aspetto la visita. Cedo per disperazione, per dormire la notte e per togliermi il dolore: mi complimento con la sanità trentina, che pare davvero efficiente a detta di molti. E, da un giro sui social, scopro che la situazione di inefficienza strutturale riguarda molti settori e molte persone. Ma non è che davvero si sta smantellando la sanità pubblica? Lo chiamate progresso ed efficienza? E siamo in una provincia autonoma. Ditemi se siete ancora convinti della buona organizzazione della sanità trentina.
Ma non è che davvero si sta smantellando la sanità pubblica? Lo chiamate progresso ed efficienza? E siamo in una provincia autonoma. Ditemi se siete ancora convinti della buona organizzazione della sanità trentina.
Il Capo Redattore del Corriere del Trentino in pratica non risponde affatto alle domande poste e la gira in lungo e in largo, non accorgendosi che cosí facendo afferma di fatto della dubitabile buona organizzazione della Sanitá in Trentino.
Che cosa risponde?
1 - Bisogna tralasciare i l mondo "social media" dove albergano sentimenti condizionati molto spesso da vicende troppo personali (Ma Sono le vicende troppo personali che mettono a nudo l´efficienza o l´inefficienza del sistema, mica le belle frasi di un Assessore alla Sanitá o di un Direttore Generale che parlano sempre di Eccellenza, e non devono rispondere a domande precise e putuali dei giornalisti invitati, non invitano mica i poveri cristi, che potrebbero portare vicende concrete troppo personali)
2 - Se si scantina sulle liste di attesa la percezione è di trovarsi dentro una sanità «malata», poco organizzata, per nulla rassicurante (non é una percezione ma vicende troppo personali, quindi o vere o false)
3 - Il sistema trentino, pur nelle sue palesi difficoltà quotidiane, rappresenta ancora un’eccellenza. Potrei dilungarmi sulla professionalità del personale medico e infermieristico, faccio invece riferimento all’accordo stipulato l’altro giorno tra Trento e Firenze sull’oncologia pediatrica. Un passo importante per rendere sempre più operativa Protonterapia, un progetto che si trascinerà sempre dietro grandi polemiche, ( In effetti era la domanda diretta di M.I. Lo chiamate progresso ed efficienza? Anche in questo il nostro giornalista non azzecca la risposta portando ad esempio la Protonterapia, che con le sue stesse parole, si trascinerá sempre dietro grandi polemiche. Bontá sua, ma ora c´é e bisogna farla funzionare bene......ma non cita le osservazioni della letteratura medica a riguardo.
Lettera di M.I.
Sono andato dal medico per un forte attacco di artrite reumatoide, malattia autoimmune di cui soffro da qualche anno, per fortuna in misura controllata e ancora ridotta. Ogni tanto capita però di subire un attacco e, quando arriva, è molto doloroso e fastidioso. Bene, il mio medico di base mi fa il certificato di richiesta visita «Rao B», cioè tempi di attesa massimo 10 giorni, che già comunque sono tanti quando hai dolori diffusi. Data della richiesta del medico: 5 aprile 2018. Telefono al Cup il giorno stesso. Risposta: la richiamiamo noi perché non abbiamo date disponibili. Ho richiamato io altre due volte nei giorni a seguire, a oggi nessun riscontro. Richiamo il mio medico di base e mi consiglia di fare ricorso al solito Cortisone, mentre aspetto la visita. Cedo per disperazione, per dormire la notte e per togliermi il dolore: mi complimento con la sanità trentina, che pare davvero efficiente a detta di molti. E, da un giro sui social, scopro che la situazione di inefficienza strutturale riguarda molti settori e molte persone. Ma non è che davvero si sta smantellando la sanità pubblica? Lo chiamate progresso ed efficienza? E siamo in una provincia autonoma. Ditemi se siete ancora convinti della buona organizzazione della sanità trentina.
Risposta del caporedattore, Caro I,
Parlare di sanità non è mai facile. Tralascerei, però, come parametro di giudizio il mondo social, dove albergano sentimenti condizionati molto spesso da vicende troppo personali. Sono legittime, ma non aiutano a dare una lettura a 360 gradi della situazione in cui versa la sanità trentina.
Sono legittime, ma non aiutano a dare una lettura a 360 gradi della situazione in cui versa la sanità trentina. Dal mio punto di vista, abbiamo una sanità a due facce. La prima è quella da lei descritta, che tocca sul vivo i cittadini con pesanti ricadute sulla valutazione del sistema sanitario. Perché se si scantina sulle liste d’attesa la percezione è di trovarsi dentro una sanità «malata», poco organizzata, per nulla rassicurante. In tale direzione l’azione politica deve quindi essere maggiormente incisiva, il che oggi non è. Ciò premesso — e qui arriviamo all’altra faccia — il sistema trentino, pur nelle sue palesi difficoltà quotidiane, rappresenta ancora un’eccellenza. Potrei dilungarmi sulla professionalità del personale medico e infermieristico, faccio invece riferimento all’accordo stipulato l’altro giorno tra Trento e Firenze sull’oncologia pediatrica. Un passo importante per rendere sempre più operativa Protonterapia, un progetto che si trascinerà sempre dietro grandi polemiche, ma che adesso esiste e va fatto funzionare al meglio. L’obiettivo è salvare vite umane, dimenticarselo sarebbe imperdonabile.
Sono legittime, ma non aiutano a dare una lettura a 360 gradi della situazione in cui versa la sanità trentina. Dal mio punto di vista, abbiamo una sanità a due facce. La prima è quella da lei descritta, che tocca sul vivo i cittadini con pesanti ricadute sulla valutazione del sistema sanitario. Perché se si scantina sulle liste d’attesa la percezione è di trovarsi dentro una sanità «malata», poco organizzata, per nulla rassicurante. In tale direzione l’azione politica deve quindi essere maggiormente incisiva, il che oggi non è. Ciò premesso — e qui arriviamo all’altra faccia — il sistema trentino, pur nelle sue palesi difficoltà quotidiane, rappresenta ancora un’eccellenza. Potrei dilungarmi sulla professionalità del personale medico e infermieristico, faccio invece riferimento all’accordo stipulato l’altro giorno tra Trento e Firenze sull’oncologia pediatrica. Un passo importante per rendere sempre più operativa Protonterapia, un progetto che si trascinerà sempre dietro grandi polemiche, ma che adesso esiste e va fatto funzionare al meglio. L’obiettivo è salvare vite umane, dimenticarselo sarebbe imperdonabile.
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