lunedì 23 aprile 2018

SANITÀ Trentina, liste di Attesa: la chiamate buona organizzazione?

In una lettera personale M.I nel ricordare la sua vicissitudine per prenotare una visita, si chiede: 
Ma non è che dav­ve­ro si sta sman­tel­lan­do la sa­ni­tà pub­bli­ca? Lo chia­ma­te pro­gres­so ed ef­fi­cien­za? E sia­mo in una pro­vin­cia au­to­no­ma. Di­te­mi se sie­te an­co­ra con­vin­ti del­la buo­na or­ga­niz­za­zio­ne del­la sa­ni­tà tren­ti­na.

Il Capo Redattore del Corriere del Trentino in pratica non risponde affatto alle domande poste e la gira in lungo e in largo, non accorgendosi che cosí facendo afferma di fatto della dubitabile buona organizzazione della Sanitá in Trentino.
Che cosa risponde?
1 - Bisogna tralasciare i l mondo "social media" dove al­ber­ga­no sen­ti­men­ti con­di­zio­na­ti mol­to spes­so da vi­cen­de trop­po per­so­na­li (Ma Sono le vicende troppo personali che mettono a nudo l´efficienza o l´inefficienza del sistema, mica le belle frasi di un Assessore alla Sanitá o di un Direttore Generale che parlano sempre di Eccellenza, e non devono rispondere a domande precise e putuali dei giornalisti  invitati, non invitano mica i poveri cristi, che potrebbero portare vicende concrete troppo personali)
2 - Se si scantina sulle liste di attesa la per­ce­zio­ne è di tro­var­si den­tro una sa­ni­tà «ma­la­ta», po­co or­ga­niz­za­ta, per nul­la ras­si­cu­ran­te (non é una percezione ma vicende troppo personali, quindi o vere o false)
3 - Il si­ste­ma tren­ti­no, pur nel­le sue pa­le­si dif­fi­col­tà quo­ti­dia­ne, rap­pre­sen­ta an­co­ra un’ec­cel­len­za. Po­trei di­lun­gar­mi sul­la pro­fes­sio­na­li­tà del per­so­na­le me­di­co e in­fer­mie­ri­sti­co, fac­cio in­ve­ce ri­fe­ri­men­to all’ac­cor­do sti­pu­la­to l’al­tro gior­no tra Tren­to e Fi­ren­ze sull’on­co­lo­gia pe­dia­tri­ca. Un pas­so im­por­tan­te per ren­de­re sem­pre più ope­ra­ti­va Pro­ton­te­ra­pia, un pro­get­to che si tra­sci­ne­rà sem­pre die­tro gran­di po­le­mi­che, ( In effetti era la domanda diretta di M.I. Lo chia­ma­te pro­gres­so ed ef­fi­cien­za?  Anche in questo il nostro giornalista non azzecca la risposta portando ad esempio la Protonterapia, che con le sue stesse parole, si trascinerá sempre dietro grandi polemiche. Bontá sua, ma ora c´é e bisogna farla funzionare bene......ma non cita le osservazioni della  letteratura medica a riguardo.


I dati esistenti non suggeriscono che la rapida espansione della Pro­ton­te­ra­pia come modalità di trattamento principale sarebbe appropriata. Sono necessarie ulteriori ricerche sulla clinica e sull'efficacia dei costi di Pro­ton­te­ra­pia. La formazione di un registro europeo per la terapia adrenerica offrirebbe un modo semplice per accelerare la velocità con cui otteniamo prove di alta qualità che potrebbero essere utilizzate per valutare il ruolo della Pro­ton­te­ra­pia nella gestione del cancro.




Lettera di M.I. 
So­no an­da­to dal me­di­co per un for­te at­tac­co di ar­tri­te reu­ma­toi­de, ma­lat­tia au­toim­mu­ne di cui sof­fro da qual­che an­no, per for­tu­na in mi­su­ra con­trol­la­ta e an­co­ra ri­dot­ta. Ogni tan­to ca­pi­ta pe­rò di su­bi­re un at­tac­co e, quan­do ar­ri­va, è mol­to do­lo­ro­so e fa­sti­dio­so. Be­ne, il mio me­di­co di ba­se mi fa il cer­ti­fi­ca­to di ri­chie­sta vi­si­ta «Rao B», cioè tem­pi di at­te­sa mas­si­mo 10 gior­ni, che già co­mun­que so­no tan­ti quan­do hai do­lo­ri dif­fu­si. Da­ta del­la ri­chie­sta del me­di­co: 5 apri­le 2018. Te­le­fo­no al Cup il gior­no stes­so. Ri­spo­sta: la ri­chia­mia­mo noi per­ché non ab­bia­mo da­te di­spo­ni­bi­li. Ho ri­chia­ma­to io al­tre due vol­te nei gior­ni a se­gui­re, a og­gi nes­sun ri­scon­tro. Ri­chia­mo il mio me­di­co di ba­se e mi con­si­glia di fa­re ri­cor­so al so­li­to Cor­ti­so­ne, men­tre aspet­to la vi­si­ta. Ce­do per di­spe­ra­zio­ne, per dor­mi­re la not­te e per to­glier­mi il do­lo­re: mi com­pli­men­to con la sa­ni­tà tren­ti­na, che pa­re dav­ve­ro ef­fi­cien­te a det­ta di mol­ti. E, da un gi­ro sui so­cial, sco­pro che la si­tua­zio­ne di inef­fi­cien­za strut­tu­ra­le ri­guar­da mol­ti set­to­ri e mol­te per­so­ne. Ma non è che dav­ve­ro si sta sman­tel­lan­do la sa­ni­tà pub­bli­ca? Lo chia­ma­te pro­gres­so ed ef­fi­cien­za? E sia­mo in una pro­vin­cia au­to­no­ma. Di­te­mi se sie­te an­co­ra con­vin­ti del­la buo­na or­ga­niz­za­zio­ne del­la sa­ni­tà tren­ti­na.


Risposta del caporedattore, Ca­ro I,

Par­la­re di sa­ni­tà non è mai fa­ci­le. Tra­la­sce­rei, pe­rò, co­me parametro di giu­di­zio il mon­do so­cial, do­ve al­ber­ga­no sen­ti­men­ti con­di­zio­na­ti mol­to spes­so da vi­cen­de trop­po per­so­na­li. So­no le­git­ti­me, ma non aiu­ta­no a da­re una let­tu­ra a 360 gra­di del­la si­tua­zio­ne in cui ver­sa la sa­ni­tà tren­ti­na.
So­no le­git­ti­me, ma non aiu­ta­no a da­re una let­tu­ra a 360 gra­di del­la si­tua­zio­ne in cui ver­sa la sa­ni­tà tren­ti­na. Dal mio pun­to di vi­sta, ab­bia­mo una sa­ni­tà a due fac­ce. La pri­ma è quel­la da lei de­scrit­ta, che toc­ca sul vivo i cit­ta­di­ni con pe­san­ti ri­ca­du­te sul­la va­lu­ta­zio­ne del si­ste­ma sa­ni­ta­rio. Per­ché se si scan­ti­na sul­le li­ste d’at­te­sa la per­ce­zio­ne è di tro­var­si den­tro una sa­ni­tà «ma­la­ta», po­co or­ga­niz­za­ta, per nul­la ras­si­cu­ran­te. In ta­le di­re­zio­ne l’azio­ne po­li­ti­ca de­ve quin­di es­se­re mag­gior­men­te in­ci­si­va, il che og­gi non è. Ciò pre­mes­so — e qui ar­ri­via­mo all’al­tra fac­cia — il si­ste­ma tren­ti­no, pur nel­le sue pa­le­si dif­fi­col­tà quo­ti­dia­ne, rap­pre­sen­ta an­co­ra un’ec­cel­len­za. Po­trei di­lun­gar­mi sul­la pro­fes­sio­na­li­tà del per­so­na­le me­di­co e in­fer­mie­ri­sti­co, fac­cio in­ve­ce ri­fe­ri­men­to all’ac­cor­do sti­pu­la­to l’al­tro gior­no tra Tren­to e Fi­ren­ze sull’on­co­lo­gia pe­dia­tri­ca. Un pas­so im­por­tan­te per ren­de­re sem­pre più ope­ra­ti­va Pro­ton­te­ra­pia, un pro­get­to che si tra­sci­ne­rà sem­pre die­tro gran­di po­le­mi­che, ma che ades­so esi­ste e va fat­to fun­zio­na­re al me­glio. L’obiet­ti­vo è sal­va­re vi­te uma­ne, di­men­ti­car­se­lo sa­reb­be im­per­do­na­bi­le.



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