lunedì 30 aprile 2018

Le Tremiti senza plastica: Davide contro Golia

Il sindaco: “Uccidono il mare, dovevamo fare qualcosa subito” 
«Basta guardare quanto è cristallino il nostro mare (spesso Bandiera blu, ndr) per vedere che è sano. Ma le microplastiche sono un male diverso, invisibile, probabilmente l’hanno registrato al largo da qui. Se ci sono è perché l’uomo continua a inquinare: le acque italiane sono afflitte da plastica, pescherecci e tonnare, sondaggi petroliferi, polistirolo e inquinanti. Se vogliamo cambiare le cose, da qualche parte dobbiamo pure cominciare. Lo faremo da qui».
Sarà un cambiamento graduale ma intenso. «Ho firmato l’ordinanza pochi giorni fa, in modo che i residenti abbiano il tempo per informarsi e recepirla. Ogni esercizio potrà rifornirsi di contenitori e buste biodegradabili dove crede e iniziare a usarle. All’inizio saremo soft, ma poi arriveranno le multe per chi trasgredirà».
Dal primo maggio vietate le stoviglie monouso. In vendita soltanto quelle biodegradabili
Il sogno di un’estate senza plastica ha il profumo della rivolta e la forza del cambiamento. Nasce da un comune piccolissimo, le Isole Tremiti: il sindaco dell’arcipelago che ospita poco più di 500 abitanti spalmati su quattro chilometri quadrati ha infatti deciso - per legge - che dal primo maggio sulle isole saranno vietate tutte le stoviglie di plastica. Pochi giorni fa ha firmato l’ordinanza: niente piatti per i picnic, no a bicchieri per la birra e il caffè, basta con coltelli e forchette, addio ai contenitori monouso. In vendita si troveranno solo materiali biodegradabili. Per gli esercenti e i cittadini che trasgrediranno sono pronte multe fra i 50 e i 500 euro.
È forse uno dei primi sforzi di questo tipo in Italia, messo nero su bianco in un’ordinanza, per arginare un fenomeno divenuto ormai planetario: ogni anno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani.

Una scelta nata per salvaguardare un territorio protetto, che i politici non capiscono. Infatti continuano ad autorizzare le Trivellazioni per la ricerca di idrocarburi nell´Adriatico, senza preoccuparsi di eventuali disastri alla bellezza del nostro mare e dei fondali, per pochi spiccioli di euro. Quando si potrebbe pensare di incentivare il turismo, consapevole, che farebbe molto bene alla natura del nostro mare e alle casse dei nostri comuni.




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