sabato 24 marzo 2018

Buongiorno Vita, sei molto bella! Grazie, ti sono infinitamente grato di questo dono!

Trasformiamo il necrologio di Giovanni Setti, «Sono morto. Peccato, perché è bella la vita!», in un inno quotidiano alla vita.
Il necrologio l'ha scritto proprio lui, otto anni fa. È stata la moglie L.F. a spiegare le ragioni del messaggio di un uomo molto amato e innamorato della vita. Al punto che ha voluto che un piccolo inno positivo precedesse il suo necrologio. In effetti, racconta la moglie e confermano i figli «con gratitudine per tutto ciò che ci ha dato», la voglia di vivere ha accompagnato Giovanni Setti in tutta la sua esistenza, è stata il valore aggiunto della sua famiglia, il sorriso che ha regalato ai pazienti che ha assistito quando faceva l'infermiere a San Camillo. Se anche ha conosciuto tante storie di sofferenza, Giovanni Setti è riuscito a trasformare ogni cosa con la forza positiva di un carattere solare.
Ecco perché, un giorno di sette anni fa, già malato, scrisse un testamento olografo che dava le disposizioni per il suo "fine vita": nessun accanimento terapeutico, perché voleva morire secondo il corso naturale. E poi quella frase da scrivere nel suo necrologio, quando sarebbe arrivato il momento. L.F. ha accontentato il marito. Lei, terapista del linguaggio, sa che quelle parole sono una dichiarazione d'amore. 





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