domenica 25 febbraio 2018

Aggiornamento settimanale in merito ad articoli gia´ pubblicati

Articolo Forse la nostra Spesa Militare e´ troppo alta per sentire queste conclusioni in tempo di Pace (clicca se vuoi legge quanto gia´ pubblicato)

«Il comando Nato a Kabul – si legge in un articolo del Fatto Q., lo scorso dicembre, ha inviato ai contingenti nazionali dipendenti – e dunque anche all’esercito italiano –un ordine per tutelare la salute di militari e civili “esposti agli enormi pericoli ambientali ”. Il documento firmato dal colonnello Campion, descrive le misure di prevenzioni per i militari americani – visite ogni due settimane, controlli a lungo termine, assistenza al rientro negli Stati Uniti – e impone agli alleati di intervenire subito con la stessa efficacia e la stessa intensità. I vertici italiani a Kabul, secondo le fonti del Fatto Q. hanno ignorato il messaggio di Campion: niente è cambiato per i soldati che addestrano e assistono le forza di sicurezza locali. Come per l’uranio impoverito, come per l’amianto sulle navi, come per il Kosovo: i militari che “portano la pace” non devono sapere. Per paura di screditare l’immagine dell’esercito e per non turbare la pubblica opinione.

Subito dopo l´uscita dell´ articolo lo Stato Maggiore della Difesa, in merito a quanto affermato da il Fatto Q, puntualizza che le prescrizioni per limitare i rischi di esposizione all’inquinamento dell’aria, indicate nel citato documento del Comando NATO di Kabul, vengono puntualmente applicate dal contingente nazionale. Nella nota dello Stato Maggiore, affissa in tutte le caserme, con la prescrizione che e´ vietato parlare con la stampa senza autorizzazione, si confutano anche le notizie riguardanti la base di Gibuti sostenendo che “sono stati condotti tutti gli accertamenti necessari a verificare la salubrita´ dell´aria e del suolo”.

Ma a smentire la smentita ci pensa la relazione della Commissione parlamentare che a proposito delle analisi condotte nel Paese africano cita il direttore del centro logistico. Il direttore rivela nel maggio 2017, che “l´Ente non e´ in grado di effettuare analisi su particolato aerodisperso e nanoparticolato”. Il “centro di sta attivando per superare queste carenze, anche se purtroppo la soluzione non e´ dietro l´angolo”. Ma la base di Gibuti esiste dal 2013.


Il presidente dell’Osservatorio militare Domenico Leggiero, consulente della Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito, ha presentato un esposto alla Procura di Roma contro il capo di Stato maggiore dell’Esercito, generale Danilo Errico.

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