«Il
comando Nato a Kabul – si legge in un articolo del Fatto Q., lo
scorso dicembre, ha inviato ai contingenti nazionali dipendenti – e
dunque anche all’esercito italiano –un ordine per tutelare la
salute di militari e civili “esposti agli enormi pericoli
ambientali ”. Il documento firmato dal colonnello Campion,
descrive le misure di prevenzioni per i militari americani – visite
ogni due settimane, controlli a lungo termine, assistenza al rientro
negli Stati Uniti – e impone agli alleati di intervenire subito con
la stessa efficacia e la stessa intensità. I vertici italiani a
Kabul, secondo le fonti del Fatto Q. hanno ignorato il messaggio di
Campion: niente è cambiato per i soldati che addestrano e assistono
le forza di sicurezza locali. Come per l’uranio impoverito, come
per l’amianto sulle navi, come per il Kosovo: i militari che
“portano la pace” non devono sapere. Per paura di screditare
l’immagine dell’esercito e per non turbare la pubblica opinione.
Subito
dopo l´uscita dell´ articolo lo
Stato Maggiore della Difesa, in merito a quanto affermato da il
Fatto Q, puntualizza che le prescrizioni per limitare i rischi di
esposizione all’inquinamento dell’aria, indicate nel citato
documento del Comando NATO di Kabul, vengono puntualmente applicate
dal contingente nazionale. Nella
nota dello Stato Maggiore, affissa in tutte le caserme, con la
prescrizione che e´ vietato parlare con la stampa senza
autorizzazione, si confutano anche le notizie riguardanti la base di
Gibuti sostenendo che “sono stati condotti tutti gli accertamenti
necessari a verificare la salubrita´ dell´aria e del suolo”.
Ma
a smentire la smentita ci pensa la relazione della Commissione
parlamentare che a proposito delle analisi condotte nel Paese
africano cita il direttore del centro logistico. Il direttore rivela
nel maggio 2017, che “l´Ente non e´ in grado di effettuare
analisi su particolato aerodisperso e nanoparticolato”. Il “centro
di sta attivando per superare queste carenze, anche se purtroppo la
soluzione non e´ dietro l´angolo”. Ma la base di Gibuti esiste
dal 2013.
Il
presidente dell’Osservatorio militare Domenico Leggiero, consulente
della Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito, ha
presentato un esposto alla Procura di Roma contro il capo di Stato
maggiore dell’Esercito, generale Danilo Errico.
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