martedì 12 maggio 2020

CORONAVIRUS. perchè il Governo è sempre in ritardo?

Non è mai troppo tardi, si potrebbe dire.

Il Governo che aveva già studiato un Piano Segreto prima (e messo in un cassetto) e subito dopo proclamato lo Stato di Emergenza nel mese di gennaio , ha dato il via libera ai test sierologici su campione (Corriere del 10 maggio 20020).

Dopo ben 4 mesi il Governo, considerata la necessità di disporre con urgenza di studi epidemiologici e statistiche affidabili e complete sullo stato immunitario della popolazione, prevede l’autorizzazione al trattamento dei dati personali relativi alla salute e al corredo genetico, per fini statistici e di studi scientifici»

Si tratta di condurre su larga scala i test sierologici (quelli che misurano la presenza di anticorpi) per capire quanti italiani hanno contratto il virus, la reale letalità della malattia, la diffusione geografica e la diffusione nelle diverse fasce di età. Saranno coinvolte 150.000 persone scelte con criterio statistico, rappresentative della popolazione italiana.

Un po’ come quando nei sondaggi politici un campione di 1.000 persone scelte fa capire l’orientamento degli italiani in percentuale di voto per i maggiori partiti. E l’importanza di questi sondaggi, in questo caso di studi epidemiologici è quello di poter prendere delle decisioni ponderate e vederne l’efficacia nel tempo. Ad esempio se dovesse risultare che la quasi totalità di una popolazione di una Isola, o città, o regione, è già venuta a contatto con il Virus, non avrebbe nessun senso prendere un provvedimento di “chiusura forzata”. Avrebbe più senso allora bloccare i trasporti per l’isola, ma far circolare liberamente senza restrizioni gli abitanti all’interno.

Solo in questo senso vanno letti i risultati dei test sierologici. Perchè non hanno nessuna rilevanza diagnostica e non danno nessun patentino di Immunità.

Dunque con un ritardo di 4 mesi, è stato dato l’ok a 150.000 test sierologici, quando si utilizzano solo 1000 persone per i sondaggi politici.

Non stiamo a cavillare, diremmo tutti: quando si tratta di salute aspettiamo che le cose vengano fatte per bene e in Grande, senza badare a spese.

Tuttavia i nostri beneamati governanti, hanno dimenticato che ne esiste già uno di studio effettuato, che era gli era stato già presentato a febbraio e snobbato dai loro Espertoni, perdendo così tempo prezioso oltre che facendo prendendo delle decisioni alquanto discutibili
Leggere x credere.                                                         O cliccate qui x vedere l'intervista



Un’equipe di medici legali e ricercatori ha da poco effettuato una ricerca senza fine di lucro sul Coronavirus molto dettagliata, su un campione numerico decisamente rilevante formato da 7038 persone. La ricerca, che ha già dato risultati piuttosto interessanti e sta andando avanti su altri 7000 individui, ha come portavoce il dottor Pasquale Mario Bacco e fa capo alla Meleam Spa, società statunitense che ha una sede anche in Puglia, a Bitonto, e che si occupa di medicina e di sicurezza sul lavoro. L’equipe del professor Bacco ha elaborato sul Coronavirus una serie di conclusioni su base scientifica e sperimentale che aggiungono nuova e preziosa conoscenza alle tantissime (e talvolta contrastanti) informazioni oggi a disposizione del pubblico: conclusioni che secondo Bacco non hanno sono riuscite a superare il muro dell’informazione mainstream perché in contrapposizione con le tesi dei molti scienziati televisivi che hanno monopolizzato il dibattito in quest mesi.

Ecco di seguito, punto per punti i principali risultati dell’esperimento dell’equine del professor Bacco:

Campione:

Totale Positivi al Test nei Quattro Step

Su 7.038 sono risultati positivi 2.365 soggetti, circa il 34% (33,6%).

Totale Incidenza IgG

Su 2.365 positivi sono risultate presenti le IgG in 1.779 soggetti, circa il 75% (75,2%)

Cosa ha detto lo studio:

La reale presenza del Covid-19 sul territorio nazionale

Oltre il 30% della popolazione è entrata in contatto con il Covid-19 sviluppando gli anticorpi;

L’incidenza del clima nello sviluppo e nella selezione del Covid-19

Il Covid-19 come tutti i coronavirus è condizionato in maniera determinante dal clima. Quindi scomparirà in estate per poi riapparire con lo scendere delle temperature;

Quali sono le zone d’Italia più esposte

Essendo sensibile al clima, il Covid-19 si manifesterà sempre in maniera più incisiva nelle zone più fredde d’Italia. Quindi anche ad uguale “concentrazione”, la patogenicità del virus sarà sempre maggiore al nord, rispetto al sud Italia/Europa;

Indicazioni concrete dello spostamento del virus sul territorio nazionale

Il Covid-19 si è spostato verso il sud già da fine 2019 ed ad inizio 2020 era già presente (risultato evidenziato dall’incidenza delle IGG tra i positivi). Concentrazioni inferiori e minore capacità aggressiva per via del clima, hanno reso la maggior parte delle infezioni, soprattutto le prime, quasi asintomatiche;

l’incidenza degli asintomatici

Quasi il 90% degli infetti non ha manifestato nessuno dei sintomi riconducibili al Covid-19, primo tra tutti l’aumento della temperatura corporea.

Il vero tasso di mortalità

La mortalità diretta da Covid-19 non è superiore all’2%. Se non si considera la fascia d’età superiore a 55 anni, l’incidenza scende al di sotto dell’1%;

Il ruolo, nella diffusione, delle varie fasce d’età

I veri untori sono stati i soggetti fino ai 30 anni. Quasi sempre completamente asintomatici, hanno infettato ed amplificato il resto della diffusione.

Conferma del ruolo degli estrogeni sull’espressione dei recettori cellulari, nella minore incidenza nel sesso femminile

Le donne presentano ovunque, tranne rarissimi casi, un incidenza inferiore della capacità del Covid-19 di infettare. E’ quindi evidente che presentano un ostacolo più arduo per il virus proprio nella fase iniziale dell’infezione (dove sono fondamentali i recettori cellulari), più che nella manifestazione clinica;

I soggetti realmente più esposti

Le fasce di età più giovani, almeno fino ai 30 anni, presentano un’incidenza di positività agli anticorpi più che doppia rispetto alle fasce più anziane, che invece sono quelle che quasi unicamente manifestano i sintomi.

Correlazione tra abitudine voluttuaria al fumo e infezione

La percentuale di positivi tra i soggetti fumatori è leggermente più alta (+3%), ma non tale da poter determinare una conclusione valida; con un eccesso di zelo potremmo collegarla alla risposta immunitaria che nei fumatori generalmente è più lenta e meno efficace. Sicuramente sappiamo che il percorso clinico è fortemente influenzato dall’essere o meno fumatori per svariati motivi tra cui il più importante è una condizione infiammatoria basale che accentua i danni da malattia.

Correlazione tra vaccinazione influenzale e infezione

I dati negano una maggiore esposizione al virus dei soggetti vaccinati.

Correlazione tra abitudini alimentari (alimentazione vegana, vegetariana ed onnivora) ed incidenza dell’infezione.

Nessuna differenza di rilievo si è riscontrata tra i soggetti con diverse abitudini alimentari, tranne una leggera maggiore incidenza negli onnivori. Anche in questo caso si può ipotizzare che potrebbe avere un ruolo, con meccanismi simili al fumo, una risposta immunitaria notoriamente più lenta e meno efficace nei consumatori abituali di proteine animali.

Incidenza sui soggetti affetti da beta talassemia e quindi sull’utilità del farmaco antimalarico idrossiclorochina come profilassi

I beta talassemici sottoposti a test sono risultati, tranne 5, tutti negativi. Questo confermerebbe che l’alterazione/occupazione delle catene beta (effetto dell’idrossiclorochina) è una validissima profilassi per il Covid-19, molto più efficace che come terapia in fase avanzata.


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