mercoledì 20 maggio 2020

CORONAVIRUS: i nostri politici non capiscono l' A,B,C figurarsi le tre T

Il giornalista chiede a Conte (il 16 maggio) del programma delle tre T.

E il Presidente del Consiglio che dal lontano 31 gennaio che aveva dichiarato “lo stato di emergenza” risponde Toma x Roma.

Risponde che partiranno a breve i Test Sierologici, indagini sierologiche per le persone selezionate per il campione statistico rappresentativo di tutta la popolazione italiana….

O forse non ha mai letto la strategia delle tre T


Intervista all'epidemiologo italiano Vespignani, che opera negli Usa che spiega il suo cavallo di battaglia, le tre T.
“Testare”, “tracciare” e “trattare”.
Esatto. Noi ormai siamo in una fase in cui non conta solo dove ti trovi – il livello dei contagi ad esempio – ma quello che fai.
Cominciamo con il testare.
Tamponi e test, purché omologati. Serve un esercito. Serve una determinazione ossessiva e spietata. Io in Italia oggi questo esercito non lo vedo.
In Veneto, forse?
Il Veneto sta diventando un ottimo modello. Proprio perché sono partiti dalla prima T.
Passiamo alla seconda.
Tracciare. Che poi significa poter “Isolare”. Appena sei positivo c’è qualcuno che ti chiama e ti chiede: “Quante persone hai visto? E chi sono?”. E poi si chiamano, si isolano e si seguono anche quelli.
Ma c’è qualcuno che ci si sta avvicinando?
In Cina, in Corea a Hong Kong. In Germania. Bisogna risalire tracciando. E spiegare: “Anche se stai bene come un pupo, se hai avuto contatti con l’infetto te ne stai a casa due settimane, meno i giorni che sono passati dal tuo contatto”.
Non sempre quindici, dunque? E perché?
Siccome non va dimenticato che tutto questo ha un costo sociale enorme, se il contatto è avvenuto dieci giorni fa e sei negativo devi essere isolato solo cinque giorni.
E poi?
Poi li devo monitorare, misurare. E ti devo assistere. Al momento giusto, se sei negativo puoi uscire.
Molti si chiedono se si possa fare in paesi come il nostro.
Eh no! Qui mi incazzo.
Professor Vespignani!
Ma queste cose sono state fatte in Congo, quando abbiamo combattuto contro Ebola!
Lei ha monitorato anche quella epidemia?
Noi abbiamo costruito i modelli per il Congo e, le autorità congolesi li hanno implementati anche in zone di guerra! Si può fare in Congo e non si può fare a Milano?
Quali altri modelli avete costruito?
Abbiamo lavorato su Zika, in Sud America, e nelle zone del sud degli Stati Uniti. Poi con la Pandemia influenzale del 2009. Calibrato i modelli sulla SARS.









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