domenica 10 giugno 2018

La libertá di Espressione non vale per i lavoratori

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Proprio tutti, no. Non esageriamo. Agli operai non é permesso. Cosí si sono inventati il trucchetto legale: il vincolo fiduciario nel rapporto lavorativo.
Secondo i giudici di oggi, se una dipendente di una mensa, pagata per scodellare pasti o per lavare pentole non sappiamo bene, osa esprimere una sua preferenza culinaria: mi fa schifo mangiare la polenta con scarafaggi deve essere a buon ragione licenziata.
Non perché non lavorava, non lavava abbastanza pentole o peggio non era certamente lei ad aver messo scarafaggi nella polenta....no aveva espresso soltanto la sua preferenza.

Nuova éra Si moltiplicano le sentenze sui lavoratori per i post contro le proprie aziende: “Rompono la fiducia col datore”
Sempre più cause si chiudono con la sconfitta del dipendente cacciato perché si è sfogato su Facebook. Basta una critica indiretta, senza neppure nominare l’impresa, e si passa dalla parte del torto
A Nichelino (Torino) nel 2015, una dipendente di una mensa scolastica condivide sul proprio profilo Facebook il post di un politico che denuncia il ritrovamento di insetti nella purea servita agli alunni. Si limita a commentare: “Mah… io una polenta con aggiunta di scarafaggi non la mangerei volentieri”. L’azienda se ne accorge e la licenzia (guadagnava 370 euro al mese) nonostante non avesse nominato la mensa in cui lavorava direttamente e nonostante avesse condiviso il post in un profilo con impostazioni di privacy private.   leggi articolo




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