martedì 16 giugno 2020

CORONAVIRUS: meriti per una narrazione al rovescio.

Noi pensiamo che le persone che vengono nominate a gestire delle Emergenze siano preparate e conoscano le varie problematiche: scientifiche, organizzative, economiche, sociali...etc.

E’ sempre così? Vediamo uno.

Il governo nomina Arcuri Commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell'emergenza epidemiologica COVID.

Quindi da una persona a cui è stata data la nostra “salute” ci si aspetta che conosca o si faccia raccontare dalle persone del suo staff, tutte le informazioni scientifiche inerenti il Coronavirus e come affrontarlo.
Bene. La CNN già il 26 aprile titolava che, secondo uno studio, circa un quarto dei pazienti Covid-19 attaccati ai ventilatori nel più grande sistema sanitario di New York moriva.
Inoltre leggendo bene lo studio, c’era la mortalità, suddivisa nelle varie classi di età nonché il confronto con pazienti non Covid.
Ebbene i malati Covid over 65 attaccati al Respiratore morivano quasi tutti (97,2%) mentre i malati non Covid sempre over 65 e non attaccati ai Respiratori, morivano molto meno ( esattamente del 26,6%).

A fronte di questo studio, e dopo che è stato accertato dai nostri medici di frontiera che la causa di morte dei malati Covid non era dovuta ad una Embolia Polmonare, il nostro Commissario il 7 giugno ha rilasciato la seguente intervista:
Arcuri: “Eravamo disarmati, ho dovuto decidere dove regalare la vita e dove far rischiare la morte”
“Non auguro a nessuno mai di trovarsi nelle condizioni di decidere dove regalare la vita e dove far rischiare la morte”, è quanto ha affermato il commissario all’emergenza Domenico Arcuri ripercorrendo i primi giorni di emergenza coronavirus in Italia con la mancanza di ventilatori polmonari e posti in terapia intensiva. “
“Nelle prime notti eravamo completamente disarmati e i pochi ventilatori io dovevo decidere in quale luogo d’Italia mandarli e non auguro a nessuno mai di trovarsi nelle condizioni di decidere dove regalare la vita e dove far rischiare la morte”.

Per lui e per i giornalisti che hanno pubblicato l’intervista, si narrava, ancora, a rovescio la realtà dei morti Covid, intubati nelle Terapie Intensive, che se fossero rimasti a casa forse sarebbero ancora vivi.



Nessun commento:

Posta un commento

BASSETTI: e questo sarebbe un buon ministro?

  Ma come? Da aprile 2020? Ma non c'era il protocollo della Tachipirina e Vigile Attesa del ministero della Salute? Ma non eri tu che ca...