Donato dal presidente della Sicilia al centro per medullolesi non è stato mai utilizzato per la terapia dei malati perché manca il personale medico. In compenso in quattro si occupano di lui. "Se non serve più me lo riprendo" dice Lombardo. E dalla clinica: "Con quei soldi si sarebbero potute fare cose molto più importanti".
Eppure di personale per Zorro ce n’è: sono quattro i dipendenti dell’Istituto sperimentale zootecnico per la Sicilia stipendiati per dare da mangiare, strigliare e badare al cavallo presidenziale. Quattro ore al giorno. “Ma nei fine settimana e nei festivi non si vede nessuno. Così il cavallo resta digiuno” racconta Balistreri. A occuparsene nei giorni in cui Zorro resta da solo è unpaziente del centro. “Innanzitutto quello di Lombardo non è un regalo spontaneo – sottolinea il presidente dell’associazione – Lo avevo richiesto io per far partire l’ippoterapia e avevo anche proposto una persona che potesse occuparsene con una spesa molto minore”. E invece dall’Azienda sanitaria provinciale è arrivata la decisione di affidare il quadrupede alle cure dell’Istituto zootecnico. A 28mila euro l’anno: “Nessuno spreco – dice Salvatore Cirignotta, direttore generale dell’Asp palermitana – Si tratta di costi in linea con i prezzi di mercato”.
Per Balistreri, tutta la questione è “solo una sceneggiata“. Al centro, spiega, hanno problemi molto più seri del cavallo di Lombardo. Che a sua volta scarica la colpa sull’azienda ospedaliera.”Ma l’Asp a chi appartiene? – fa notare Balistreri – Il presidente poteva anche pensarci prima”. E invece di mesi ne sono passati cinque, senza che Zorro fosse utile a nessuno. “In questi anni, comunque, non è arrivato nemmeno tutto il resto – lamenta – Quarantuno anni fa, noi ricoverati al centro traumatologico ospedaliero di Palermo sognavamo un centro di diagnosi, cura e riabilitazione all’avanguardia, come esiste in altre parti del mondo”. Villa delle Ginestre, appunto, che però è solo metà del sogno. “Mancano ancora troppe cose. Domani due nostri pazienti si sottoporranno a due operazioni delicate e manca parte del personale sia durante l’operazione che dopo”. La solitudine di Zorro è solo l’ultimo dei pensieri di Balistreri. Ma il suo vitalizio da migliaia di euro no: “Con quei soldi – ammette – Si sarebbero potute fare cose molto più importanti”.
In ogni caso, all’inizio dell’attività di ippoterapia il prossimo 14 maggio Balistreri crede poco. E comunque si dice ormai deluso dalle scarsa capacità di progettare e guardare al futuro dimostrata dalle istituzioni. Nemmeno le promesse lo interessano più: “Ci hanno detto che devono portare anche un asinello – conclude – Ma non bastano loro?”.
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