martedì 8 maggio 2012

Palermo: ecco Zorro il cavallo che prende il vitalizio da 2300 euro al mese


Da  Il Fatto Quotidiano > Cronaca > Palermo: di Claudia Campese | 7 maggio 2012

Palermo: ecco Zorro il cavallo che prende il vitalizio da 2300 euro al mese

Donato dal presidente della Sicilia al centro per medullolesi non è stato mai utilizzato per la terapia dei malati perché manca il personale medico. In compenso in quattro si occupano di lui. "Se non serve più me lo riprendo" dice Lombardo. E dalla clinica: "Con quei soldi si sarebbero potute fare cose molto più importanti".  
Poteva essere il novello Furia: ribattezzato Zorro, il cavallo del Sud, con il pelo più marrone che c’è grazie alle cure da 2.300 euro al mese, pagate – neanche a dirlo – dai contribuenti siciliani. E invece nessuno sa cosa farsene. Nemmeno il suo padrone, il presidente della Regione SiciliaRaffaele Lombardo, che lo scorso dicembre lo ha donato al centro per medullolesi Villa delle Ginestre a Palermo. Un gesto nobile per avviare un percorso di riabilitazione con l’ippoterapia. Il fatto è che l’esoso equino è fermo in stalla. “Sono affari loro se lo fanno allo spiedo o lo alloggiano in una suite a cinque stelle – sbotta il governatore siciliano – Se non gli serve più me lo riprendo, anche perché nelle foto l’ho visto un po’ annoiato”. Già perché Zorro ancora non ha mai aiutato a guarire chi ha subito una lesione al midollo: “Manca il personale per iniziare la terapia” la motivazione delle istituzioni. Un medico specialista che, promettono, prenderà servizio dal 14 maggio. “Personale? Un medico? Ma se basta una banchina che porti il paziente dalla sedia a rotelle all’altezza della pancia del cavallo – si spazientisce Salvatore Balisteri, presidente dell’associazione siciliana medullolesi spinali che gestisce il centro – E’ una presa in giro e la verità è che sono degli incapaci”.
Eppure di personale per Zorro ce n’è: sono quattro i dipendenti dell’Istituto sperimentale zootecnico per la Sicilia stipendiati per dare da mangiare, strigliare e badare al cavallo presidenziale. Quattro ore al giorno. “Ma nei fine settimana e nei festivi non si vede nessuno. Così il cavallo resta digiuno” racconta Balistreri. A occuparsene nei giorni in cui Zorro resta da solo è unpaziente del centro. “Innanzitutto quello di Lombardo non è un regalo spontaneo – sottolinea il presidente dell’associazione – Lo avevo richiesto io per far partire l’ippoterapia e avevo anche proposto una persona che potesse occuparsene con una spesa molto minore”. E invece dall’Azienda sanitaria provinciale è arrivata la decisione di affidare il quadrupede alle cure dell’Istituto zootecnico. A 28mila euro l’anno: “Nessuno spreco – dice Salvatore Cirignotta, direttore generale dell’Asp palermitana – Si tratta di costi in linea con i prezzi di mercato”.
Per Balistreri, tutta la questione è “solo una sceneggiata“. Al centro, spiega, hanno problemi molto più seri del cavallo di Lombardo. Che a sua volta scarica la colpa sull’azienda ospedaliera.”Ma l’Asp a chi appartiene? – fa notare Balistreri – Il presidente poteva anche pensarci prima”. E invece di mesi ne sono passati cinque, senza che Zorro fosse utile a nessuno. “In questi anni, comunque, non è arrivato nemmeno tutto il resto – lamenta – Quarantuno anni fa, noi ricoverati al centro traumatologico ospedaliero di Palermo sognavamo un centro di diagnosi, cura e riabilitazione all’avanguardia, come esiste in altre parti del mondo”. Villa delle Ginestre, appunto, che però è solo metà del sogno. “Mancano ancora troppe cose. Domani due nostri pazienti si sottoporranno a due operazioni delicate e manca parte del personale sia durante l’operazione che dopo”. La solitudine di Zorro è solo l’ultimo dei pensieri di Balistreri. Ma il suo vitalizio da migliaia di euro no: “Con quei soldi – ammette – Si sarebbero potute fare cose molto più importanti”.
In ogni caso, all’inizio dell’attività di ippoterapia il prossimo 14 maggio Balistreri crede poco. E comunque si dice ormai deluso dalle scarsa capacità di progettare e guardare al futuro dimostrata dalle istituzioni. Nemmeno le promesse lo interessano più: “Ci hanno detto che devono portare anche un asinello – conclude – Ma non bastano loro?”.


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